Un focolaio alla Don Bosco «Momento molto difficile» 

La casa di risposo di via Milano. Aveva superato indenne la prima ondata della pandemia Negli ultimi dieci giorni il Covid-19 s’è portato via una dozzina di anziani ospiti della struttura


Paolo Tagliente


Bolzano. Dalla prima ondata, era uscita indenne, nemmeno toccata dal virus. Ora, però, la casa di riposo Don Bosco, quasi come una fortezza sotto assedio da mesi, è stata espugnata e, una volta dentro, il Covid ha aggredito molti ospiti e mietuto numerose vittime. E grande è la nostra preoccupazione. Una dozzina negli ultimi dieci giorni. «È stato, e lo è tuttora, un momento molto difficile – spiega Liliana Di Fede, direttrice generale dell’Azienda servizi sociali di Bolzano – perché abbiamo avuto un focolaio che speriamo rientri piano piano. C’è stato un focolaio e nella prima fase, è stato molto difficile perché ai primi contagi s’è unita l’assenza di un nutrito gruppo di operatori, costretti a casa anche loro per positività al Covid. Ci siamo così trovati con poco, pochissimo personale e, a differenza di quanto accaduto in primavera, non abbiamo potuto contare sul supporto di operatori arrivati da altre regione italiane. Allora, infatti, la pandemia aveva risparmiato alcune zone del nostro Paese, ma ora il quadro è drammatico un po’ ovunque. La situazione è particolarmente delicata anche perché a Don Bosco, che con i suoi 155 posti letto è la struttura più grande del Trentino Alto Adige, c’è un “gruppo intensivo” formato da 43 persone, che presentano una fragilità molto forte dal punto di vista sanitario». Una volta entrato, insomma, il virus ha trovato l’ambiente ideale in cui mietere vittime anche se, come sottolinea la stessa Di Fede, non certo per ridimensionare la drammaticità della situazione, alcune persone sono decedute “con Covid” non “di Covid”. inutile negarlo: abbiamo avuto un periodo molto difficile».

Un momento di grande criticità, come conferma anche l’assessore Juri Andriollo. «Si tratta di persone morte “con il covid”, persone molto anziane e con patologie. Un distinguo non di poco conto. C’è da dire, inoltre, che se guardassimo le statistiche degli anni scorsi, il numero dei decessi non si discosterebbe di molto dai numeri attuali. Il virus - continua l’assessore – ha avuto una grande capacità di muoversi e, ovviamente, abbiamo sempre adottato tutte le precauzioni, e anche di più, ma non siamo stati in grado di fermarlo, perché anche noi siamo umani. Mascherine Ffp2 e tamponi in continuazione. Possiamo limitare i danni e va detto che numerose sono state le persone guarite. È un dramma che pesa sulla coscienza di tutta la comunità. Tutto questo ci insegna che quando tenevo una posizione rigida, difronte alle richieste di allentare alcune misure o riaprire, c’era un perché. È bastato un gesto involontario, infatti, per dare il via al contagio. Don Bosco e Villa Europa sono state colpite mentre, facciamo gli scongiuri, Villa Serena e Villa Armonia no».













Altre notizie

Attualità