Via allo studio di fattibilità per il raddoppio di viale Trento 

Viabilità. Ieri l’incontro in Provincia con l’assessore Alfreider e il sindaco Caramaschi per esaminare la soluzione L’ingegner Pagani: «Verifichiamo la sostenibilità finanziaria». Il sindaco Bianchi: «Meglio la variante alla Ss12»



Bolzano. «Abbiamo deciso di fare uno studio per verificare la fattibilità tecnica e la sostenibilità finanziaria dell’opera». Così l’ingegner Valentino Pagani, direttore della ripartizione infrastrutture della Provincia, al termine dell’incontro di ieri al quale hanno partecipato anche l’assessore Daniel Alfreider per la Provincia; il sindaco Renzo Caramaschi, il vice Luis Walcher, l’assessora Maria Laura Lorenzini e l’ingegner Ivan Moroder per il Comune.

Si cerca una soluzione per ridurre il traffico a Bolzano, dopo che i bolzanini hanno bocciato, senza appello, il tram.

Il sindaco continua a sognare lo spostamento dell’A22 in galleria: opera ambiziosa ma per la quale serviranno anni. Troppi per il capoluogo.

Per questo Caramaschi ha deciso di rispolverare e ampliare un vecchio progetto che prevede che viale Trento - una volta concluso il tunnel ferroviario col binario dedicato per la Merano-Bolzano (già finanziato con 55 milioni da Rfi) - diventi a due corsie con un unico senso di marcia verso sud ed entri nella galleria che si vuole realizzare sotto la rotonda di ponte Roma, per scendere in Zona. In direzione opposta, l'altro asse, quello di via Siemens-via Grandi, sarà anch'esso ad un unico senso di marcia, ma verso nord: la strada entrerà nel tunnel di ponte Roma e poi s’immetterà nella galleria del Virgolo che diventa pure a senso unico, in direzione nord.

L’arginale

«Noi - spiega l’ingegner Pagani - abbiamo già fatto delle simulazioni dalle quali sono emerse indicazioni positive per quanto riguarda la fluidificazione del traffico. L’intervento complessivo prevede anche una riorganizzazione degli svincoli lungo l’arginale, da ponte Roma a ponte Resia. Adesso bisogna fare uno studio per verificare le caratteristiche tecniche e i costi. Riteniamo che avremo un quadro completo entro primavera».

Una volta definiti i costi, si tratterà di decidere chi paga. Il Comune ha messo da parte 30 milioni per il tram che non si fa più. Da parte sua la Provincia aveva promesso di finanziare l’opera con 40. Una somma che il presidente Arno Kompatscher ha assicurato di mettere a disposizione per altri progetti - quando ci saranno - riguardanti la mobilità.

Soddisfatto il sindaco: «È stato un primo incontro, ma ci sono tutte le premesse per realizzare una serie di interventi che fluidificheranno il traffico in città. In attesa, ovviamente, di spostare l’autostrada in galleria. Intervento che ci consentirebbe anche di ridurre l’inquinamento».

Il sindaco di Laives

In casa Svp però c’è chi come l’assessore Stephan Konder chiede che si torni a prendere in seria considerazione il vecchio progetto della variante alla statale 12. Stessa richiesta è arrivata, nei giorni scorsi, sia da Assoimprenditori che dalla Cna. Oltre che dal sindaco di Laives Christian Bianchi che chiede alla Provincia di creare un piano sovracomunale sulla mobilità. «Senza la variante alla Ss12 in galleria, da via Maso della Pieve a nord del Virgolo, per Bolzano non c’è futuro. Il problema non riguarda solo il capoluogo, ma tutti coloro che - anche non volendo - devono passarci, perché non c’è una variante. Per questo Caramaschi non può pensare di gestire una partita che è sovracomunale, da solo».













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