Bolzano

Via Resia, case Ipes a pezzi. Gli inquilini: non paghiamo più 

Viaggio nel complesso ai civici 28-34. Da anni si attende il risanamento degli edifici ma i lavori non sono mai partiti. I residenti: «Scarsa anche la manutenzione ordinaria. Poca pulizia, niente irrigazione. Nei garage spacciatori e drogati»



BOLZANO. In via Resia, ai civici dal 28 al 34, hanno perso la pazienza e ora minacciano di non pagare più le spese all’Ipes. Un complesso di inizio anni Ottanta, con ampia corte interna, che ospita 150 famiglie e che da molti anni attende vengano effettuati radicali interventi di risanamento degli edifici. «Ci era stato promesso che sarebbero stati eseguiti nel 2021, 2022, 2023. Però finora non si è mossa foglia», raccontano.

Ma, a loro dire, non è solo la manutenzione straordinaria ad essere estremamente carente.

Un lungo elenco di mancanze riguarda anche la manutenzione ordinaria. «Paghiamo le spese, e pure salate, ma gli spazi comuni e quelli verdi non vengono curati a dovere. Ci piacerebbe sapere dove vanno a finire i nostri soldi», si chiedono. «Perché paghiamo e anche tanto - tengono a sottolineare - ma molto raramente vediamo qualcuno che lavora».

Ora, esasperati, dopo aver telefonato, scritto, mandato email, spedito foto e video via Whatsapp, sia all’Ipes che al Comune che all’Asl, hanno deciso di lanciare un accorato appello alla presidente dell’Ipes, Francesca Tosolini: «Venga di persona, a vedere in che condizioni siamo costretti a vivere. Venga a vedere se raccontiamo frottole o se, invece, per la dignità di chi risiede in questi edifici, sarebbe il caso di intervenire, e subito».

Le lamentele sono generalizzate, nel senso che in pratica tutti i residenti nel complesso di edilizia sociale ubicato fra la sala Bingo e la ciclabile a fianco delle campagne non sopportano più la situazione. Ma soltanto in pochi hanno il coraggio di esporsi apertamente e, se lo fanno, meglio non comparire con nome e cognome. Sicuramente a torto, ma si teme che, a chi si lamenta platealmente, gli alloggi assegnati possano magari essere revocati.

Come detto, la situazione è nota, in primis all’Ipes, perché da anni, e in particolare nel 2022, un agguerrito gruppetto di inquilini ha deciso di farsi sentire in tutti i modi possibili e immaginabili. Finora, a loro dire, senza risultati tangibili.

Nel corso di un annunciato sopralluogo con i giornalisti, i residenti hanno evidenziato le tante, a loro dire troppe magagne che caratterizzano l’edificio dell’Ipes. «Oggi - raccontavano ieri mattina - per puro caso sono presenti una ditta incaricata di risistemare i giochi e gli spazzini di una cooperativa». Il giorno prima erano arrivati i giardinieri. «Le altalene però erano rotte almeno da un mese, mentre i lavori di giardinaggio e di pulizia lasciano alquanto a desiderare». Non è questione di opinioni personali, precisano. E subito iniziano a fare l’elenco, anzi, hanno organizzato un vero e proprio tour, in attesa di replicarlo per la presidente dell’Istituto.

Si parte dal cortile interno. Lo spazio verde sarebbe ampio, tranquillo, al riparo dai rumori molesti e dall’inquinamento dovuto al traffico. Le panchine, però, sono in condizioni pessime, se ci si siede si rischia di strapparsi i vestiti. Alcune doghe sono piegate. Altre lordate dai piccioni. Quando fa buio, lo spazio non è fruibile perché l’illuminazione non funziona. Lo testimonia fra il resto un lampione, precipitato a terra e messo da parte da tempo immemorabile. È poi pericoloso muoversi, specie per gli anziani nonni ma anche per i tanti bimbi che giocano in cortile. Ci sono pozzetti rialzati, cordoli di cemento traditori, tronchi d’albero un tempo posati a terra per contenere le aiuole e oggi sfaldati, in condizioni pessime, con tanto di chiodi arrugginiti a vista. E nel prato ci sono dei ceppi di vecchi alberi abbattuti, dove regolarmente ci si inciampa. E buche nel terreno per colpa delle quali è facilissimo cadere. Gli inquilini mostrano poi la vegetazione: «Non si capisce per quale motivo, ma il sistema di irrigazione da tempo non viene messo in esercizio e così, specie in questa torrida estate, molte piante si sono seccate». Alberi, arbusti, siepi, erba. Tutto secco, senza vita. Si è inoltre chiesto, invano, di potare gli alberi, in particolare due, enormi, che ormai sono addossati alle case, anzi che in casa entrano proprio.

Gli inquilini lamentano poi una vera e propria invasione di insetti e scarafaggi, che risalirebbero dai tombini. Più di qualcuno, esasperato perché entrano in casa e nei garage, ha sparso a terra del veleno, col rischio che i bimbi ci vadano a mettere le mani. Un altro problema riguarda una vicina colonia felina, autorizzata dal Comune ma nella confinante campagna oltre la ciclabile. I gatti però, molti dei quali a detta degli inquilini palesemente malati, frequentano la corte interna, con effetti deleteri sulle condizioni di igiene e salubrità, ulteriormente amplificati dal fatto che un inquilino, già da tempo segnalato, dà loro regolarmente da mangiare proprio nel cortile interno. Un altro problema di manutenzione ordinaria riguarda i garage: le saracinesche sono rotte da mesi, cosicché nell’interrato giorno e notte può entrare chiunque: «Chi si droga, chi spaccia, chi fuma e poi spegne i mozziconi nei giroscale, chi fa i propri bisogni senza alcun ritegno». Un complesso così ampio, poi, necessiterebbe di un’area cani, e invece allo scopo ci si serve di una grande aiuola, che però è aperta e quindi frequentata dai bambini. E si potrebbe continuare a lungo, dicono.

Per capire che il complesso Ipes di via Resia necessiti di un intervento, basta dare un’occhiata da sotto: balconi coi ferri del calcestruzzo a vista, intonaci ammalorati, erbacce attorno alle tubazioni del gas, tende da sole strappate. DA.PA.













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