Violentata dal “branco”. Due condanne per 10 anni
Il processo. Il tribunale ha disposto anche un risarcimento economico di 30 mila euro Imputati due lavoratori kosovari accusati di violenza sessuale di gruppo. 6 anni la pena più severa
BOLZANO. Aveva temuto di essere uccisa, dopo la violenza di gruppo cui era stata sottoposta da quattro lavoratori kosovari. Ma era riuscita ad uscire dall’appartamento in cui era stata portata, mettendosi in salvo. La violenza brutale ha avuto come vittima nel maggio 2018 una giovane nigeriana, che all’epoca si prostituiva nella periferia nord di Bolzano.
Dal Tribunale di Bolzano ha ricevuto ora giustizia, dopo essersi costituita parte civile nei confronti di chi aveva creduto di poterla trattare in maniera brutale.
I giudici (presidente Carlo Busato, a latere Perathoner e Pelino) hanno condannato i due imputati, due lavoratori edili kosovari di 39 e 43 anni, ad un risarcimento di 30 mila euro. La sentenza è pesante anche sotto il profilo della quantificazione della pena detentiva.
Complessivamente il Tribunale di Bolzano ha inflitto poco più di dieci anni di reclusione. Sei anni e tre mesi sono stati riservati all’uomo che aveva organizzato con altri lavoratori di un cantiere edile una serata a base di sesso. L’uomo aveva avvicinato la vittima nella zona di via Innsbruck, alla periferia nord di Bolzano. Pare avesse concordato una prestazione per 200 euro per tutta la notte da trascorrere in un appartamentino di Nova Levante, dove risiedevano anche gli altri tre imputati.
Dopo avere segnalato il numero di targa del cliente (per sicurezza) ad un’altra prostituta, la giovane nigeriana aveva accettato di essere portata a Nova Levante.
Una volta arrivata in paese e dopo aver preso visione dell’appartamento, la giovane donna ha iniziato ad avere paura e ha cambiato idea, pensando di sottrarsi alla prestazione concordata. La reazione dei quattro è stata brutale. La donna è stata costretta a subire rapporti sessuali a turno e alla sua prima reazione sarebbe anche stata rapinata del telefono cellulare per evitare che potesse dare subito l’allarme.
Ieri davanti ai giudici è stata trattata la posizione di soli due imputati. Il condannato ad oltre sei anni di reclusione è stato riconosciuto colpevole di violenza di gruppo e rapina, ma assolto dalle accuse di sequestro di persona e lesioni personali. I giudici gli hanno anche negato la concessione delle attenuanti generiche.
Il secondo imputato (pena di 4 anni) è stato condannato per la violenza sessuale di gruppo e assolto dal sequestro di persona con una riduzione resa possibile dalla concessione delle attenuanti generiche.
Originariamente, sulla base della denuncia dettagliata della donna che riuscì a tornare a Bolzano nella notte dei fatti, gli imputati erano quattro. Oltre ai due condannati di ieri pomeriggio, un terzo lavoratore dovrà affrontare il processo con rito abbreviato il 16 dicembre. Il quarto indagato venne invece espulso in quanto la sua presenza in Italia risultò irregolare.