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Bostrico, il nemico dei boschi delle Dolomiti al centro di un convegno a San Candido

All’incontro hanno partecipato le Università di Bolzano, Vienna e Padova. Al centro della ricerca il ruolo di batteri e funghi nelle dinamiche di distribuzione, ma anche lo sviluppo di metodi di rilevamento più rapidi



BOLZANO. Si è concluso ufficialmente con un convegno svoltosi nella Casa Josef Resch di San Candido un progetto EU-Interreg sulla biologia del bostrico dell'abete rosso.

All'evento hanno partecipato le équipe della Libera Università di Bolzano, della Boku di Vienna e dell'Università di Padova, che hanno presentato i risultati delle rispettive ricerche.

Da un lato, l'attenzione si è concentrata sul ruolo di batteri e funghi nelle dinamiche di distribuzione del bostrico nelle Dolomiti. Allo stesso tempo, sono stati studiati in dettaglio lo sviluppo della popolazione e il numero di generazioni del bostrico, fattori importanti per il potenziale di danno di questo coleottero.

Con l'aiuto del telerilevamento, è stato inoltre sviluppato un metodo per individuare il più precocemente possibile gli alberi indeboliti e rimuoverli preventivamente, oppure per determinare dall'alto i punti in cui l'infestazione da bostrico è particolarmente intensa.

Il professor Hannes Schuler del Centro di Competenza per la Salute delle Piante della Libera Università di Bolzano, responsabile del pacchetto di lavoro su batteri e funghi, durante la sua presentazione ha sottolineato che il progetto Interreg «non ha l'obiettivo di sviluppare metodi per combattere il bostrico, tuttavia – ha affermato – quanto meglio comprendiamo la biologia e il complesso sistema che favorisce la diffusione dei coleotteri, tanto meglio e a lungo termine potremo controllare il fenomeno».

Nell’ambito del progetto, il professore di Entomologia agraria e forestale ha studiato quali batteri e funghi sono associati all’insetto che tanti danni sta provocando nei boschi dell’Alto Adige. «Siamo riusciti a scoprire che, a differenza di molte altre specie di insetti - spieha ancora Schuler - il bostrico si affida a pochissimi batteri ma è associato a una grande diversità di batteri all’interno di una località». Risultati analoghi si riscontrano per i funghi con cui i coleotteri sono associati.

Grazie all'applicazione di metodi innovativi, questo progetto di ricerca è riuscito a ottenere nuove conoscenze sulla biologia e l'ecologia del bostrico, si legge in un comunicato di unibz. Inoltre, sono stati sviluppati nuovi metodi di rilevamento delle infestazioni. In sintesi, questi risultati possono aiutare a sviluppare misure di protezione forestale complete ed efficaci contro il più importante parassita dell'abete rosso, contribuendo così alla conservazione delle foreste nelle Dolomiti.













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