Merano

Botta e risposta tra FdI e Zeller per la “panchina monolingue”

La polemica, sollevata da Urzì, accesa dalla mancanza della targa italiana su di una panchina rossa contro la violenza sulle donne. La sindaca smentisce: "C'era, l'amministrazione provvederà al ripristino"
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BOLZANO. Si accende la polemica a Merano attorno alla panchina rossa contro la violenza sulle donne, esposta nei pressi delle Terme. A far discutere è la mancanza della targa informativa in lingua italiana, un'assenza che ha suscitato la reazione di Fratelli d’Italia e di altri esponenti politici nazionali.
 

A sollevare la questione è stato il deputato di FdI Alessandro Urzì, che ha accusato la sindaca Katharina Zeller di trascurare la componente italiana della città: “Dai Zeller, fai mettere le targhe contro la violenza alle donne anche in italiano, forza”, ha scritto, sottolineando come "il 50% più uno dei meranesi ha come madrelingua quella italiana".


La risposta della prima cittadina non si è fatta attendere. Zeller ha spiegato che la panchina risale a un progetto scolastico del 2018 e che nel 2023 le Terme Merano l’hanno riesposta durante il periodo natalizio, aggiungendo di propria iniziativa e a proprie spese una segnaletica bilingue. “Esistono foto pubbliche che mostrano chiaramente la presenza di entrambe le lingue. Non sappiamo perché oggi manchi la targa in italiano. Il fatto è emerso solo dopo la segnalazione di Fratelli d’Italia. Non si tratta né di una scelta politica, né di una rimozione intenzionale da parte dell’amministrazione comunale”, ha chiarito Zeller. “La segnalazione viene ovviamente presa sul serio – ha aggiunto – e l’amministrazione provvederà al ripristino della segnaletica completa. Ma invece di etnicizzare l’accaduto, sarebbe bastata una semplice telefonata”.
 

Sulla vicenda è intervenuta anche la senatrice Michaela Biancofiore, presidente del gruppo Civici d’Italia, NM, UDC, MAIE e componente della commissione parlamentare d’inchiesta sul Femminicidio. “Il cartello in italiano va immediatamente ripristinato. Questa battaglia non dovrebbe avere confini, colori né appartenenze linguistiche. Che qualcuno provi a etnicizzare un tema così delicato lo reputo un atto spregevole”, ha dichiarato. “Dubito si sia trattato di un atto volontario della nuova amministrazione, ma la sindaca Zeller deve agire subito per evitare retroscena preoccupanti e garantire il giusto risalto a una tematica fondamentale come la lotta alla violenza di genere”.
 

La vicenda, nata da una semplice mancanza materiale, si è rapidamente trasformata in un terreno di scontro politico e identitario, evidenziando ancora una volta quanto delicato possa essere l’equilibrio linguistico e culturale in Alto Adige.













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