La denuncia

Con la muffa in casa a 850 euro al mese 

La disavventura di una famiglia a Fortezza. Un giovane di origine marocchina, sua moglie e i 2 figli hanno preso in affitto un appartamento Presto sono comparse macchie maleodoranti e insalubri alle pareti e, nel quadro di un rapporto teso col proprietario, il problema non è stato risolto


Jimmy Milanese


FORTEZZA. A Fortezza è conosciuta da molti come la “Casa della muffa”. Un condominio di poco meno di 20 appartamenti che al loro interno presentano in molte zone problemi di muffa sui muri. In uno di questi vive in affitto un ragazzo di origini marocchine assieme a sua moglie e ai figli di 2 e 4 anni. Con documenti e foto, è lui a raccontarci una vicenda che mai si sarebbe aspettato di vivere in Alto Adige.

«Lavoro a Brunico in un’azienda metalmeccanica e sono in Italia da 19 anni - spiega il trentenne in un italiano pressoché perfetto - Nel febbraio 2020 ho preso in affitto una casa a Fortezza: poco più di 40 metri quadrati per 850 euro al mese. All’inizio tutto sembrava andare bene, ma di lì a poche settimane è iniziato un incubo dal quale non sono più uscito, quando alle pareti dell’appartamento è comparsa muffa dall’odore insopportabile, un po’ ovunque».

Richieste al proprietario.

Il giovane racconta di avere subito chiamato il proprietario affinché si rendesse conto di cosa stava succedendo nell’appartamento. «Nel frattempo, mia moglie ha iniziato a fare amicizia con alcune persone dello stabile che piano piano le hanno detto quanto quella fosse nota in paese per essere, appunto, la casa della muffa - spiega il ragazzo - Dopo averlo chiamato più volte, il proprietario ha fatto visita all’appartamento, ha visto tutto e mi ha detto che avrei dovuto semplicemente pulire le pareti con la candeggina e poi tinteggiare. L’ho fatto, a mie spese, per ben tre volte, ma dopo pochi giorni dai lavori la muffa e quell’odore insopportabile sono usciti di nuovo».

Il confronto con i vicini.

Dopo il confronto con altri residenti della zona, sarebbe emerso che il proprietario era a conoscenza della situazione dell’appartamento e dello stabile, quasi interamente di sua proprietà.

«I vicini mi hanno detto che nel mio appartamento nessuno ci è rimasto per più di un anno e mezzo. Allora al proprietario ho detto che avrebbe dovuto trovare una soluzione, perché non sarebbe stato possibile per me tinteggiare le pareti ogni dieci giorni e sopportare un odore così forte, giorno e notte», spiega il giovane metalmeccanico, che aggiunge: «Nel frattempo, sto disperatamente cercando un appartamento tra Fortezza e Brunico, ma non sono riuscito a trovare niente. Nonostante tutto, ho continuato a pagare regolarmente il canone di locazione, sbigottito dal fatto che in Alto Adige ci potesse essere una situazione del genere».

Dopo varie richieste, il proprietario avrebbe finalmente fornito una soluzione al problema: «Mi ha detto – spiega il giovane - di sistemare accanto alle finestre delle stufette extra rispetto al riscaldamento che già dobbiamo tenere più alto possibile, in modo da riscaldare costantemente la casa e impedire la formazione della muffa, anche se io gli ho spiegato che in quel modo avrei speso in elettricità tutto il mio stipendio».

L’intervento dell’Ufficio igiene.

Della questione, la famiglia ha interessato Comune e uffici provinciali: «Dall’Ufficio Igiene della Provincia sono venuti con la camera termica e mi hanno detto che il tipo di muffa che esce dalle pareti dell’appartamento è pericolosa per la salute mia, di mia moglie e soprattutto dei miei figli», spiega il ragazzo.

Il sindaco di Fortezza per l’11 febbraio aveva organizzato un sopralluogo con i tecnici comunali per «l’accertamento dell’abitabilità», si legge nella comunicazione inviata alle parti. Per via del lockdown nel frattempo intercorso, il sopralluogo è stato spostato al 16 marzo.

La visita.

Intanto, come riportato nelle due querele sporte verso il proprietario dello stabile, il ragazzo spiega che, nonostante lo slittamento del sopralluogo, lo stesso proprietario si è presentato l’11 febbraio con il fratello e due uomini, chiedendo di poter entrare nell’appartamento per un controllo. «Sostenevano di avere un appuntamento per visionare la casa – dice la moglie del metalmeccanico - e alla mia richiesta non hanno voluto dire chi fossero i due uomini. Al rifiuto di mostrarci un documento scritto, ho chiamato carabinieri e Comune di Fortezza.

Un funzionario è subito arrivato confermando che il sopralluogo era stato spostato, ma il carabiniere intervenuto ci ha spiegato che il proprietario aveva comunque il diritto di fare un sopralluogo. Quindi, i due fratelli e gli uomini sono entrati con la promessa che avrebbero solo dato un’occhiata, poi hanno posizionato una scala e hanno iniziato a spruzzare qualcosa sulle pareti, senza prima chiedere il nostro permesso. Ho pensato che volessero cancellare le macchie di muffa in vista del sopralluogo, quando I’Ufficio Igiene ci aveva detto di non toccare le pareti in vista del 16 marzo. A quel punto, in presenza del carabiniere, abbiamo chiesto agli uomini di smettere con quei lavori e loro si sono mostrati arroganti».

Infine, il 16 marzo gli operatori dell’Ufficio igiene e gli operatori dell’Ufficio tecnico dell’Edilizia agevolata di Bolzano, con un collega del Comune di Fortezza, hanno effettuato il sopralluogo, rilevando come la muffa avesse attaccato non solo le pareti ma anche i vestiti della famiglia. Nel frattempo, la famiglia lancia un appello alla popolazione di Brunico e Fortezza, affinché qualcuno possa trovare un appartamento che possano affittare.













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