Dopo le proteste, stop  ai cattivi odori dai rifiuti 

I lavori della Comunità a Sciaves. L’impianto sollevava polemiche soprattutto in inverno È stata ampliata l’area di compostaggio, sono state migliorate rotazione del compost e ventilazione


Tiziana Campagnoli


Bressanone. Grazie a interventi per 2 milioni di euro, c’è stata una forte riduzione delle emissioni di cattivi odori nella zona del Centro gestione rifiuti a Sciaves, dove in passato, specie nei mesi invernali, i residenti nelle vicinanze si lamentavano parecchio. Le ragioni dei cattivi odori sono da ricercare nelle condizioni meteorologiche spesso sfavorevoli, con inversione termica, che impediscono il ricambio d’aria verso l’alto e nei processi di nello stabilimento, più lenti in inverno.

Tra il gennaio 2018 e il novembre 2019, i Servizi tecnici della Comunità comprensoriale della Valle Isarco hanno risposto alle lamentele dei residenti con un pacchetto di misure, investendo circa 2 milioni di euro.

Superficie e ventilazione. Oltre ad ampliare (del 30% circa) la superficie di compostaggio, sono state attuate misure specifiche per ridurre l’emissione di cattivi odori. L’impianto di compostaggio per i rifiuti organici domestici e i cosiddetti box per la decomposizione intensiva, che all’inizio accelerano il processo di compostaggio, sono le fonti principali dei cattivi odori. Nei box per la decomposizione intensiva i rifiuti organici sono mescolati con gli sfalci e riposano per due settimane. A causa delle quantità sempre maggiori, la ventilazione non era più sufficiente.

“Abbiamo investito in una nuova ventilazione forzata dei cumuli di compost, sotto forma di aerazione del terreno, e abbiamo allungato o ampliato i cumuli - spiega Walter Baumgartner, presidente della Comunità - Inoltre, nel girare i cumuli utilizziamo preparati in grado di abbattere gli odori”.

La rotazione del compost. Inoltre, è stato acquistato un nuovo e più efficiente dispositivo di rotazione, che mescola molto meglio il compost, e viene utilizzato un impianto di irrigazione per l’umidificazione mirata dei cumuli. Nel girare i cumuli, se necessario, vengono impiegati anche preparati in grado di abbattere gli odori. Tutte queste misure hanno fatto sì che lo scorso inverno sia stato possibile rinunciare alla problematica decomposizione intensiva.

Segnalazioni al numero verde. La Comunità comprensoriale Valle Isarco ha anche istituito un numero verde, tramite il quale è possibile segnalare eventuali emissioni di cattivi odori. Dopo ogni segnalazione il caporeparto dello stabilimento, Franz Rabensteiner, provvede a capire le cause. E questo inverno le cose sono andate bene. “In casi rari ho potuto confermare la presenza dell’odore sgradevole - spiega Rabensteiner - Quest’anno, in inverno non sono quasi più pervenute segnalazioni di cattivi odori”.

La maggior parte delle segnalazioni sono arrivate via sms. Ogni segnalazione viene verificata in base ai registri telefonici, assicurano i Servizi tecnici. “Nel trattamento dei rifiuti organici, purtroppo è inevitabile che, ad esempio al momento di girare i cumuli di compost, si generino picchi di odori sgradevoli di breve durata - spiega Ronald Amort, direttore dei Servizi tecnici della Comunità - Grazie al migliorato apporto di ossigeno durante la decomposizione e all’impiego di mezzi in grado di abbattere gli odori, abbiamo tuttavia trovato un modo per limitare il più possibile tali picchi. Lo scorso inverno, inoltre, i box per la decomposizione intensiva non sono stati utilizzati e i residenti della zona hanno confermato che l’emissione di cattivi odori è veramente migliorata”.

Stop alla decomposizione intensiva. Con il nuovo investimento, la Comunità ha avviato il tentativo di rinunciare completamente alla decomposizione intensiva, tra l’altro la fonte maggiore di odori sgradevoli. I responsabili della Comunità e del Centro gestione rifiuti sono soddisfatti del successo delle misure adottate. Tuttavia, i cittadini che si sentono disturbati sono invitati a usare il servizio telefonico istituito. Nell’ambito di una collaborazione costruttiva, è possibile limitare il più possibile l’impatto dello stabilimento sull’ambiente circostante.













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