Il territorio

Droni per salvare i cerbiatti dalla falciatura dei prati

Salvati sette cuccioli: vigili del fuoco di Bressanone in azione a 900 metri di quota. Gli animali sono stati poi recuperati dal guardacaccia che li ha spostati in una zona più sicura


Fabio De Villa


BRESSANONE. La falciatura dei campi rischia di diventare una vera mattanza di cerbiatti in Alto Adige. Una fine orrenda per i cuccioli di cervo che finiscono tra le lame. Una piccola strage di centinaia di esemplari a stagione che rimangono uccisi o gravemente menomati. Oggi però l'avanzamento tecnologico e l'inventiva di alcuni guardiacaccia permettono di salvare i piccoli utilizzando un drone dotato di termocamera e segnale Gps.

Continua anche in val d'Isarco l'importante opera di salvataggio da morte certa dei caprioli individuati dai droni dei vigili del fuoco di Bressanone prima di tagliare i pranti. Altri sette cuccioli sono stati localizzati lungo i pendii erbosi ad un'altitudine di 900 metri con l'ausilio di una moderna termocamera. Gli animali sono stati poi recuperati dal guardacaccia locale che li ha spostati in una zona più sicura.

È sufficiente, dunque, un volo sopra il campo da falciare ad individuare i cuccioli nascosti nell'erba alta anche due metri.

Una delle prime aziende altoatesine a sviluppare questa tecnica era stata la “Langebner Underwater and Aerial Service” di Terlano. E a pilotare il drone è stato a lungo anche il titolare Claus Langebner di Settequerce.

«Il principio è quello della termocamera che individua i corpi caldi all'interno della vegetazione fredda – spiega il guardacaccia Hans Runggaldier – e per questo dobbiamo lavorare al mattino presto. Cominciamo alle 5.30 ed entro le 9.30 riusciamo a sorvolare i campi dei contadini. Una volta che individuiamo i piccoli li mettiamo in una cassa e, dopo la falciatura, li liberiamo nello stesso posto. Sono molto rapidi a ritrovare la madre. Non subiscono, quindi, conseguenze».













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