La lettera ai compagni

Il messaggio della ventenne guarita: «Combattiamo Covid senza egoismi» 

Diplomata all’Ite Falcone Borsellino a Bressanone, Fitore Malushi ha scritto agli amici: «Sono troppe le persone che non capiscono che non è una semplice influenza e che non è qualcosa su cui scherzare» 


Tiziana Campagnoli


BRESSANONE. Fitore Malushi, ventennne da poco diplomata all’Istituto tecnico economico - Ite Falcone e Borsellino di Bressanone, ha appena superato la dolorosa esperienza della malattia, quella da Coronavirus, e a pochi giorni dalla guarigione ha pensato di scrivere ai suoi ex compagni di scuola, ma non solo a loro, ha pensato di inviare loro dei pensieri che li spingano a riflettere, a prestare attenzione, ad evitare comportamenti a rischio.

Ecco la sua lettera. «Nei telegiornali: “Nuovo virus in Cina, sta uccidendo le persone” e tutti a ridere e scherzare, tutti a fare battute, a deridere i cinesi, a dire le peggiori cose… “Il virus sembra essersi diffuso, è arrivato in Italia!” E tutti a ridere… a fare battute… a non crederci… “Il virus ha ucciso quattro persone in Italia e sono tanti gli infettati” e tutti zitti… le risate e le battute spente… “Il virus colpisce per lo più gli anziani e le persone col sistema immunitario debole”.

E allora tutti che tirano un sospiro di gioia e sollievo e si torna a fare battute… tutti a fregarsene! “Il virus oggi ha colpito *tot* persone sane e *tot* giovani” e tutti a farsi due domande… Ritorna il silenzio e le battute lasciano spazio alla paura… “Il virus può infettare e uccidere chiunque, nessuno escluso” e là iniziano i ragionamenti, là si inizia a pensare che forse è meglio stare attenti, che da ridere non c’è un bel niente…

E ogni giorno vediamo crescere sempre più il numero dei malati e quello dei morti, vediamo cambiare la nostra vita in poco tempo, vediamo chiudersi le scuole, i negozi, le attività, i bar e i ristoranti e qualsiasi altro posto che possa creare assembramento, iniziamo addirittura ad allontanarci dai nostri cari, dagli amici, dai parenti e dai fidanzati. 

E così la paura e l’ansia iniziano a crescere, iniziamo a vedere quel maledetto numero aumentare sempre di più fino a diventare spaventoso… ci rinchiudiamo a casa… ci mettono in quarantena… la vita cambia totalmente e la normalità inizia a diventare un ricordo… e la mascherina diventa la nostra migliore amica. Passiamo i mesi rinchiusi in casa, cercando di fare qualsiasi cosa pur di far passare il tempo e di non pensarci… ad un certo punto sembra che la situazione sia migliorata, così iniziamo a riaprire un po’ di qua, un po’ di là e le persone iniziano a dimenticarsi di tutto ciò che abbiamo passato, iniziano a comportarsi come se nulla fosse successo e sbam… nuovo lockdown, nuova quarantena e da capo tutto quanto.. si ritorna rinchiusi in casa!

E sapete perché? Questo perché - continua nella sua lettera la giovane - il nostro egoismo è molto più grande di qualsiasi cosa ci sia la fuori… perché nonostante vediamo persone morire ogni giorno, nonostante vediamo tutti i media pieni e strapieni di notizie struggenti, nonostante vediamo medici e infermieri distrutti dal loro immenso lavoro per noi, nonostante sentiamo di conoscenti infettati, noi ce ne freghiamo e non riusciamo a vedere al di là della nostra visuale, non riusciamo a fermarci un attimo e a ragionare e, soprattutto, a ricordare ciò che abbiamo passato. E sono tante, troppe, le persone che non capiscono la gravità della situazione, sono troppe le persone che non capiscono cosa significhi star male davvero, cosa significhi stare stesi a letto senza la forza di muoversi, senza la forza di parlare, cosa significhi mangiare e non sentire assolutamente nulla del sapore e del gusto di ciò che si sta mangiando e quindi rifiutarsi pure di mangiare, non riuscendoci, peggiorando la situazione, cosa significhi non sentire nemmeno l’odore della propria pelle, figuriamoci qualsiasi altro odore, tutto questo perché “la sfiga” ha voluto che il virus arrivasse fino a te… sono troppe le persone che non capiscono che non è una semplice influenza e che non è assolutamente qualcosa su cui scherzare.

Ci sono così tante forme di questo maledetto virus che non ne abbiamo idea! E solo chi ci è passato sa cosa significa, solo chi l’ha vissuto può cercare di raccontarlo… può cercare di raccontare quanto sia difficile stare rinchiusi e isolati tra quattro mura per settimane intere e non poter vedere nessuna persona cara, non poter vedere genitori, fratelli, nipoti e amici… non poter respirare tranquillamente e avere costantemente l’ansia, la paura e il terrore… di tutto quanto… e se dovessi peggiorare?

E se poi dovessi finire in un letto d’ospedale? E se poi dovessi infettare i miei cari? E se invece dovessi stare rinchiusa per chissà quanto altro tempo? E una volta passato il virus? Lascia qualche traccia? Lascia qualche sintomo a vita o passa tutto quanto?...

Le paure sono infinite, i pensieri ti mangiano la testa! E vi dico che non è un gioco e non è una cosa su cui scherzare e non smetterò di ripeterlo, non smetterò di urlarlo con tutta la forza che ho! Il virus esiste, fa star male, fa stare a terra e soprattutto: fa morire! Fa morire persone che non sono forti e capaci di combatterlo, lo stesso virus che puoi avere tu sentendoti bene, nel passare a un’altra persona la può uccidere!

Sono parole forti ma purtroppo vere! Quindi, per favore, mi rivolgo prima a voi che l’avete vissuto: non dimenticatelo, cercate di raccontarlo il più possibile, cercate di far girare la voce affinché arrivi a tutti e affinché si capisca che non è un gioco… che non si scherza!

Mentre a voi… a voi altri che non l’avete vissuto e non sapete di cosa parlo, vi prego, vi supplico di stare attenti, di non prenderla alla leggera, di pensarci e di pensare che così come è capitato a noi, può benissimo capitare a voi, perché non fa sconti a nessuno! Quindi state attenti e comprendete che non è un gioco! Si può combatterlo solo essendo uniti anche se lontani, lasciando l’egoismo da parte e pensando a noi stessi assieme agli altri!”.

 













Altre notizie

Podcast / Storia

Il Trentino nella Grande Guerra: il conflitto rapido è solo una illusione

Gli ospedali di Trento e Rovereto, così come quelli di Vienna e Innsbruck, sono pieni di feriti trentini. L’autunno è alle porte e il raccolto è stato magro. L’illusione di una guerra rapida si è infranta contro una dura realtà. In Galizia la guerra va male, mentre i giornali esaltano l’eroismo dei soldati.

Attualità