Il miracolo di Patrick Seeber: «Strappato dall’inferno per tornare alla vita»
Il 38enne stava andando a lavorare da Brunico a Bressanone, la sua auto è stata travolta da un furgone: «Di quell’8 aprile non ricordo nulla. Avevano preparato i miei genitori al peggio. Al risveglio luci rosse in rianimazione e dolori ovunque»
BRESSANONE. «Quando mi sono risvegliato in Rianimazione del giorno dell’incidente (l’8 aprile scorso a Naz-Sciaves ndr) non ricordavo nulla. Ho visto le lucine rosse della terapia intensiva, i dolori erano forti in ogni parte del corpo e le infermiere andavano e venivano. Ho avuto la sensazione chiara e netta di aver fatto un viaggio all’inferno e che ci fosse qualcuno, dall’altra parte, che si stava prodigando in ogni modo per riportami alla vita»: a parlare è Patrick Seeber, 38 anni, un giovane di Brunico che ogni giorno fa il pendolare verso Bressanone, dove lavora all’ufficio acquisti della Durst.
Della sua Alfa Romeo Giulietta è rimasto poco o nulla. È stata come disintegrata nell’incidente e per tirarlo fuori dall’abitacolo è stato necessario usare le pinze idrauliche. Dopo un periodo di degenza all’ospedale San Maurizio di Bolzano ha iniziato una lunga riabilitazione. Adesso è alla «Bonvicini», ma inizia a intravedere la luce in fondo al tunnel. La sua è la storia di un miracolato.
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