la protesta

Il prof di filosofia tutti i giorni in piazza a Bolzano: «Per i colleghi precari»

Enrico Palazzi, 44 anni, docente di ruolo di storia e filosofia al liceo “Dante Alighieri” di Bressanone: «Sono un docente in ruolo, ma sono solidale con colleghi vittime di una forma di sfruttamento»


Tiziana Campagnoli


BRESSANONE. Dal 18 aprile protesta da solo in piazza Duomo, un’ora al giorno, esponendo un cartello con scritte riguardanti il precariato degli insegnanti e disponibile a spiegare alla gente la sua situazione e il suo problema. È il professor Enrico Palazzi, 44 anni, docente di ruolo di storia e filosofia al liceo “Dante Alighieri” di Bressanone, e ha deciso di farsi portavoce dei suoi colleghi precari, scendendo in piazza da solo, ma a nome di molti altri insegnanti.

«Dal 18 aprile trascorro in piazza Duomo a Bressanone un’ora al giorno, tutti i giorni, esponendo il cartello e dando ai passanti che me le richiedono spiegazioni e informazioni sul significato del mio gesto - spiega Palazzi – Il problema per cui manifesto è il precariato dei docenti, il loro trattamento, che attende da anni una soluzione». «Di fatto - continua Palazzi – i problemi sono tre. Il primo riguarda la mancata soluzione del problema del precariato storico in Provincia di Bolzano e sono passati ormai sei anni dal varo della legge nazionale 107/2015, la "Buona scuola", che non è stata recepita in Provincia di Bolzano, diversamente da tutto il resto d’Italia, con il contestuale impedimento ai docenti precari storici di potersi anche trasferire nelle graduatorie ad esaurimento del resto d’Italia, quasi fossero stati "sequestrati" dalla Provincia e mantenuti sine die nella condizione di precarietà. Secondo: le disparità di trattamento concernenti formazione e reclutamento del personale insegnante nelle scuole statali delle tre Intendenze, pur a fronte di identiche disposizioni normative (articolo 12 bis del decreto del presidente della Repubblica 89/83, introdotto nel 2018), per cui i corsi per il conseguimento dell’abilitazione sono a oggi attivati alla Lub solo per chi è di madrelingua tedesca e ladina, avendo solo questi ultimi, come ha sostenuto l’assessore provinciale Giuliano Vettorato, il "naturale filtro linguistico", di cui invece sono sprovvisti i docenti di madrelingua italiana. Terzo – spiega Palazzi - il divario, accertato sulla base del raffronto dei dati Astat, tra gli organici della scuola di lingua tedesca e quelli della scuola di lingua italiana, per cui, in quest’ultima, il rapporto tra numero di insegnanti e numero di alunni risulta fortemente svantaggioso (il ripristino di una condizione di parità richiede un incremento della pianta organica di diritto nella scuola italiana di ben 309 insegnanti)».

E la protesta continuerà. «A oltranza - conclude Enrico Palazzi - Sono il portavoce del Coordinamento dei docenti precari della scuola di Bolzano. Sono un docente in ruolo, tuttavia intendo continuare a dare la mia solidarietà ai colleghi precari. Credo che il precariato sia una forma di sfruttamento del lavoro. Dalla nostra pagina Facebook ho anche già ringraziato tutte le cittadine e i cittadini di Bressanone, di tutti i gruppi linguistici, che hanno dimostrato e mi dimostrano la loro solidarietà».













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