Lucky Mike, il migrante che fa il nonno vigile 

Il personaggio. Vive a Casa Lea da due anni e da aprile avrà un monolocale in affitto a Vipiteno Ha fatto un tirocinio all’ospedale. «Ho rischiato la vita in Libia, mi hanno salvato a Lampedusa»


alessio giordano lisa frei


VIPITENO/PRATI DI VIZZE. Lucky Mike abita da più di due anni a Casa Lea, la struttura di accoglienza per richiedenti asilo a Prati di Vizze. Dallo scorso autunno si è fatto conoscere e apprezzare dalla comunità dell’Alta val d’Isarco svolgendo l’attività di “nonno vigile” e vendendo il giornale di strada zebra.

Lucky si toglie il cappellino da baseball bianco e nero solo per farsi fotografare, di solito non se ne separa mai. Lo indossa anche in una fredda mattina di fine febbraio, quando alle 7.30, paletta da “nonno vigile” in mano e pettorina, prende servizio all’altezza delle strisce pedonali nei pressi della parrocchia di Vipiteno. Un’auto si ferma. Un bambino attraversa la strada e si dirige verso la scuola elementare. «Purtroppo non ho avuto la possibilità di studiare», spiega. Nato nel sud della Nigeria, non ha mai conosciuto i suoi genitori ed è cresciuto con una zia. Ha iniziato a lavorare da bambino, prima come manovale, poi come imbianchino.

Lucky viene dal Delta State, un territorio ricco di petrolio e gas. La maggioranza dei suoi cinque milioni e mezzo di abitanti vive però in condizioni molto difficili. I proventi delle estrazioni petrolifere, infatti, sono ad appannaggio dei grandi gruppi industriali internazionali e delle élite locali, l’inquinamento massiccio sta distruggendo l’ecosistema della regione e minaccia pesantemente l’agricoltura e la pesca, che sono le fonti di sussistenza principali della popolazione. Il delta del Niger, inoltre, è teatro di un sanguinoso conflitto etnico - religioso che si protrae ormai da decenni. Anche per questo sempre più giovani partono in cerca di una vita migliore, affrontando un viaggio che ha i tratti di un incubo. Lucky è uno di loro.

Lasciatosi alle spalle la Nigeria, il venticinquenne nigeriano giunge in Libia. Allo scoppio della guerra civile, la situazione nel Paese precipita. «C’era lavoro, ma poi è scoppiato l’inferno», dice mentre volge lo sguardo a terra. «Dormivo con un occhio aperto, perché, come tanti altri, rischiavo di essere ucciso senza motivo dai miliziani». Lucky non ha più nulla da perdere e decide di rischiare la vita per attraversare il Mediterraneo. Nell’estate del 2015 viene salvato sulle coste di Lampedusa. Dopo qualche giorno arriva in Alto Adige. Lo scorso ottobre Lucky ha ottenuto il riconoscimento della protezione sussidiaria. Ad aprile dovrà lasciare il centro di accoglienza di Prati di Vizze. Ha trovato un monolocale in affitto nel capoluogo dell’Alta val d’Isarco. «Sono molto felice di restare a vivere qui. Mi piace la tranquillità che si respira in paese. Per la prima volta nella mia vita mi sento davvero al sicuro», racconta. Oltre a prestare servizio come “nonno vigile”, dallo scorso anno il giovane nigeriano vende il giornale di strada zebra. Questa attività gli permette di guadagnare una piccola somma ogni mese e di entrare in contatto con le persone del luogo. In passato ha svolto diverse attività di volontariato e un tirocinio nella mensa dell’ospedale. Ora vorrebbe trovare un lavoro stabile. Lucky non ha molti hobby, né tanti amici. Si descrive come un tipo solitario, a cui piacciono la calma e il silenzio. Proprio per questo si trova bene a Vipiteno e se gli si chiede cosa apprezza di più della cittadina, risponde senza esitare: «La cosa più bella è la tranquillità che si respira».













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