bressanone

Museo diocesano traino per il turismo religioso 

Le mostre in città. Solamente nell’ultimo anno si sono registrati poco più di 20mila visitatori Cresce costantemente l’attenzione per i simboli della devozione popolare nell’Euregio


Anselmo Niglio


BRESSANONE. È tempo di bilanci al Museo Diocesano per la mostra «Sacro e Santo oltre il passo» che accompagnato i visitatori (fino al 6 novembre) alla ricerca delle forme di mobilità religiosa dal Medioevo ai giorni nostri. L’esposizione offre una panoramica sui simboli della devozione popolare in Trentino, in Alto Adige e nel Tirolo – l’Euregio – per non dimenticare «i pellegrinaggi, il corso dell’anno liturgico e le solennità religiose: conosciute oggi esclusivamente per il loro valore ricreativo legato alle festività». Il fenomeno culturale dei viaggi sacri rispecchia desideri, speranze e necessità che inducono le persone, da secoli, alla ricerca della spiritualità in molteplici direzioni «da dentro a fuori – dall’interiorità verso i luoghi esterni».

Il Museo Diocesano fondato nel 1901 per «contrastare la dispersione delle opere d’arte ecclesiastiche e creare un luogo di conservazione degli oggetti sacri non più in uso» è stato ubicato dapprima in una delle sale del Palazzo vescovile per poi essere trasferito nel chiostro della Casa dei canonici del duomo. Nel 1973 con il passaggio della sede episcopale a Bolzano si è creata l’opportunità di utilizzare l’antica residenza dei vescovi di Bressanone quale sede definitiva. Gli spazi sono stati così progressivamente adattati alle esigenze museali a partire dal pianoterra con la ricca collezione di presepi, per passare poi al primo piano con la sezione dedicata all’arte medioevale e, a finire – nel 1980 – con il secondo piano e le raccolte del Barocco, dell’età moderna e gli appartamenti vescovili ed imperiali. Il museo, che dal 2008 ha deciso di dare sempre più visibilità all’arte contemporanea, ospita inoltre le mostre «Peppi Tischler – via crucis» del celebre caricaturista altoatesino (con opere realizzate su tavole di legno di larice) e, «Josef Kostner – tra ribellione e rassegnazione» sculture e disegni dell’artista gardenese che «in un’epoca caratterizzata dall’incertezza, trasmettono fiducia ed infondono speranza».

«Il Museo Diocesano – dice al giornale la collaboratrice scientifica Kathrin Zitturi – non si limita solo a tutelare e tramandare l’arte antica, ma ricerca un legame con quella contemporanea, ponendosi in un dialogo costante». E, i numeri premiano la visione «di una struttura aperta e orientata al futuro: dall’inizio dell’anno – continua la Zitturi – 20 mila persone hanno visitato il nostro museo, con ingressi in costante crescita». Dal 26 novembre (sino in primavera) saranno allestite due importanti mostre «In servitio ecclesiae» di Gotthard Bonell – 29 ritratti di ecclesiastici raffigurati dall’artista nel corso della sua lunga carriera e «Ritmi cromatici» di Albert Mellauner che nelle sue opere rappresenta tutte le variazioni dell’elemento fondamentale della pittura «il colore» ed è celebre per aver realizzato l’allestimento esterno della chiesa Regina Pacis di Bolzano e le vetrate del foyer di Palazzo Widmann.

 













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