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«Niente pasta in bianco». Polemica sul cibo in mensa 

La querelle a Vipiteno. Fabio Vetrò (FdI) all’attacco: «Ignorate le istanze delle famiglie» Replica il sindaco: «Le nostre cuoche lavorano bene e preparano menù con prodotti di qualità» 


Fausto Da Deppo


VIPITENO. La protesta è partita da Fabio Vetrò, rappresentante di Fratelli d’Italia a Vipiteno: “Nonostante i ripetuti appelli, ancora non è prevista l’opzione della "pasta in bianco" nell’offerta del refettorio scolastico”. Una segnalazione che diventa lo spunto per incalzare più a fondo la giunta del sindaco Peter Volgger, perché, insiste Vetrò, quel presunto menù “lacunoso” è ai suoi occhi la dimostrazione che, scrive, “si continuano a ignorare le istanze di tante famiglie preoccupate per i propri figli”.

Volgger replica subito. Innanzi tutto ci tiene a sottolineare che “tutto quello che viene sfornato dalle cuoche alla mensa scolastica è rigorosamente caldo e confezionato con prodotti di qualità”. “In Comune - precisa poi - non ci è arrivata una specifica richiesta per avere in mensa la pasta bianca, né è arrivata un’altrettanto specifica segnalazione che la pasta in bianco manchi”.

La mensa e i relativi menù sono spesso argomenti delicati a livello amministrativo e Volgger ammette che le proteste in merito non mancano: “Certo, vari genitori mi fanno sapere che in mensa si mangia male o non abbastanza bene. Altri sono soddisfatti e tutto dipende in genere dal o dai figli: ai bambini piace ciò che viene servito e allora piace anche agli adulti, ai bambini non va il menù e le famiglie si lamentano in Comune”. Un criterio che il sindaco, per così dire e parlando di cibo, non digerisce: “No, perché un conto è ciò che ai piccoli piace e un conto ciò che fa bene. E noi diamo la precedenza a quello che fa bene. E le nostre cuoche preparino assolutamente bene i piatti in mensa”. Piatti che sono circa 550 al giorno a Vipiteno e per i quali mamme e papà hanno dei margini di scelta: “Si può optare ad esempio per la dieta vegetariana - spiega il sindaco - non si può certo indicare quanto pomodoro mettere sulla pasta”.

Intanto, Vetrò allarga il fronte d’attacco e fa risaltare quelle “istanze ignorate di tante famiglie” in contrasto con una realtà comunale, scrive il portavoce di Fratelli d’Italia, “in cui tutti gli attori politici si autoproclamano paladini dell’inclusione e del sociale, sempre pronti a posare tra scarpe rosse, panchine arcobaleno e commemorazioni di ogni genere. Certo - aggiunge ricollegandosi al tema mensa - siamo consapevoli che sia impossibile soddisfare i gusti di tutta la comunità studentesca – anche in considerazione delle differenti radici culturali degli alunni - ma non riusciamo a ignorare che sovente un numero sempre maggiore di studenti, pur di non gravare sull’organizzazione familiare che prevedrebbe l’uscita anticipata, il pranzo a casa e il rientro a scuola, il tutto nell’arco di un’ora, torni in classe ad affrontare le lezioni pomeridiane accontentandosi di pranzare solo con un tozzo di pane”.

Per reimpostare la mensa, suggerisce Vetrò, basterebbe raccogliere le scelte di piatto “a inizio lezione, entro le ore 8,30 in modo che in cucina abbiano tutto il tempo di organizzarsi senza sprechi e ottimizzando le risorse... anche umane. E poi, se proprio non riescono, siamo disposti ad andare personalmente a cucinare per i nostri ragazzi”.

 













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