Picchiata dal rapinatore 

Colpo a mano armata in gioielleria. La titolare: «Mi ha afferrato al collo ma l’ho morso»


di Massimiliano Bona e Fabio De Villa


BRESSANONE. «Non ho avuto paura e gli ho anche dato un morso»: per Doris Gstader Putzer si è trattato di un déjà vu: anche nel 2010 la gioielleria di famiglia di via Bastioni Maggiori era stata presa di mira da un rapinatore. E anche in quell’occasione il malvivente di turno impugnava un revolver. In entrambe le occasioni il tentativo è andato a vuoto ma ieri mattina la commerciante brissinese – in quel momento sola in negozio – se l’è vista davvero brutta. È stata, infatti, afferrata al collo, presa a schiaffi e scaraventata a terra. Poi è andata al pronto soccorso a farsi medicare ma una volta tornata in negozio ha trovato anche la forza di ricostruire quegli attimi terribili. «Quando è entrato mi ha chiesto di vedere delle collane. Io, osservandolo, ho avuto subito l’impressione che mi volesse fregare».

E il suo intuito femminile le ha dato ragione pochi istanti dopo. «Mi ha detto che erano belle ma che ne voleva vedere di più grandi. Gli ho spiegato che non ne avevo e a quel punto è stato lui a capire perfettamente il mio scetticismo e ha estratto dalla tasca il revolver e mi ha chiesto di andare alla cassaforte».

La gioielliera brissinese ha cercato di premere il pulsante sotto il banco per dare l’allarme. Ma non ci è riuscita. Poi ha fatto un secondo tentativo, andato invece a buon fine. «A quel punto il rapinatore mi ha afferrato per il collo, mi ha dato degli schiaffi e scaraventata a terra. Ho cercato, per quanto possibile, di trattenerlo sperando che arrivasse qualcuno. Le mie urla hanno attirato l’attenzione di almeno due ragazzi». E il rapinatore, sentitosi in trappola, ha deciso di darsi alla fuga. «Ripeto, non ho avuto paura e gli ho dato anche un morso». Ugualmente preoccupato anche il marito della donna, Bernhard Puzter. «Il rapinatore era una persona distinta, giovane e di origine lituana, vestita in modo elegante. Ad un certo punto ha puntato la cassaforte ma al rifiuto di mia moglie ha reagito in modo violento prendendola a pugni e schiaffi. Nel frattempo non aveva esitato nemmeno a puntarle la pistola al volto. Fortunatamente le urla di mia moglie lo hanno fatto desistere. Il malvivente, nella sua azione, è stato disturbato dai dipendenti del vicino panificio che hanno intuito cosa stava accadendo e sono venuti a suonare il citofono per poter entrare e accertarsi della situazione. È probabile che, oltre al rapinatore dell’Est, ci fosse un palo».

La polizia sta indagando a 360 gradi per capire quale fosse il quartier generale della banda e soprattutto dove possano trovarsi, in questo momento, eventuali complici. Non si possono escludere, pertanto, altri arresti.

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