Scavi per la biblioteca, affiora il primo Giardino Vescovile 

La scoperta. L’assessore Schraffl: «Risale al 1027, all'epoca veniva utilizzato e lavorato in clausura dai sacerdoti»  La facciata sud-est della nuova biblioteca in origine era utilizzata come dimora del primo vescovo di Bressanone


fabio de villa


Bressanone. Un perfetto connubio fra antico e moderno quello che sta emergendo dai lavori della nuova biblioteca di Bressanone. Un'opera tanto attesa i cui lavori da 11,6 milioni di euro stanno procedendo spediti e che sta facendo emergere mese dopo mese, nuove e sorprendenti scoperte.

Dopo gli affreschi in stile “Liberty” affiorati sulla facciata nord nei mesi scorsi, attraverso i lavori portati avanti dal team del coordinatore del progetto, Renato Sette – è venuta alla luce un'altra perla nascosta all'interno del cuore del centro storico. Stiamo parlando del primo Giardino Vescovile di Bressanone risalente al 1027 circa, ovvero quando Bressanone divenne capitale del principato vescovile. Quest’ultimo fu istituito proprio nel 1027.

«Una sorta di giardino con orto annesso a ridosso della facciata sud-est della nuova biblioteca e che in principio era utilizzata come dimora del primo vescovo di Bressanone – spiega l'assessore Thomas Schraffl - Si tratta di un areale che all'epoca veniva utilizzato e lavorato in clausura da sacerdoti e preti e che oggi ha un forte valore architettonico e storico. Abbiamo voluto rispolverare il concetto di “Hortus conclusus” ovvero quel concetto di una zona verde, in genere di piccole dimensioni, circondata da alte mura».

In questo contesto prettamente rurale i monaci dell’epoca coltivavano essenzialmente piante e alberi per scopi alimentari ma anche per produrre medicinali per fronteggiare malanni e malattie più serie.

Al suo interno verranno installati alberi da frutti e piante medicinali, tutto circondato da una passatoia per visite guidate o semplice passeggiate per il pubblico.

Uno spazio che vuole essere riconsegnato alla città grazie al suo particolare splendore e valore storico e che potrà essere visitato liberamente. Un regalo, dunque, tanto ai brissinesi quanto ai turisti.

«Se non dovesse accadere pesanti intoppi, con ulteriori lunghi lockdown pensiamo di terminare i lavori entro la fine dell'estate 2021. Tengo a sottolineare il fatto che, opere del genere, sono possibili solo grazie ad un affiatato lavoro di team, coordinato da una parte politica, parte tecnica e amministrativa. Il connubio, in questo caso, ha funzionato davvero bene».

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