Una cena di beneficenza con il cibo scartato dalle ditte altoatesine
L’iniziativa. Raccolti poco più di 4 mila euro destinati ai bimbi svantaggiati a scuola in Bolivia
VANDOIES. Le eccedenze alimentari di diverse aziende altoatesine sono state cucinate e servite in un originale menù di 5 portate per una cena di beneficenza il cui ricavato è servito a finanziare «Vida y esperanza», progetto dell’Oew in Bolivia, che sostiene bambini svantaggiati nel loro percorso scolastico. Un esempio concreto di politica contro lo spreco di cibo e la riduzione dei rifiuti messo in pratica presso la residenza Töpsl a Vandoies di Sopra. L’adesione è andata oltre le previsioni e il risultato, anche in termini squisitamente gastronomici, è stato eccellente.
Un terzo degli alimenti prodotti per il consumo umano viene sprecato o perso ogni anno.
Questo è stato il punto di partenza del ragionamento dell’Oew di Bressanone. La serata è iniziata con i dati, nudi e crudi, della Fao, secondo la quale «il 28 per cento della superficie agricola mondiale viene utilizzato ogni anno per produrre cibo che diventa rifiuto. La sovrapproduzione, la speculazione sui prezzi, gli standard di qualità (a volte paradossali) e la mancanza di apprezzamento causano un enorme spreco di risorse, che ha un impatto negativo sull'ambiente e sul clima». Per accrescere la consapevolezza sul tema l’Oew, nell’ambito della «Settimana europea per la riduzione dei rifiuti» ha organizzato una cena autunnale di beneficenza con alimenti recuperati da diverse ditte locali che si sono prestate volontieri all’iniziativa.
La sinergia con l’Austria e le tonnellate di cibo sprecato.
Assieme all'associazione Feld di Innsbruck e a un gruppo di volontari entusiasti l’Oew ha invitato per la terza volta tutti gli interessati a una cena autunnale a Valdoies di Sopra. Le donazioni, in questa circostanza, sono state pati a 4.808 euro e sono state destinate a "Vida y esperanza". Monika Thaler, coordinatrice dell'evento e collaboratrice dell'Oew, ha spiegato che «lo spreco alimentare ha effetti di vasta portata e mette a dura prova l'ambiente: per la produzione alimentare servono grandi quantità di emissioni e risorse limitate come acqua e suolo fertile».
Le statistiche mostrano che il nostro consumo quotidiano contribuisce a questa ingiustizia globale: secondo l'Unep, il programma ambientale delle Nazioni Unite, il 61 percento dello spreco alimentare globale nel 2019 era costituito da rifiuti domestici. Questo corrisponde a 568 milioni di tonnellate di cibo sprecato.
Claudia Sacher, una delle fondatrici dell'associazione feld di Innsbruck che si dedica all'“uso delle cose inutilizzate”, ha diretto i lavori in cucina alla cena di beneficenza ed è perfettamente consapevole del problema dello spreco alimentare. «Con il nostro lavoro, vogliamo motivare le persone ad apprezzare di più il cibo e ad essere creativi con gli alimenti», ha spiegato. Alcuni alimenti, come i cavoli di grandi dimensioni, non sono propriamente adatti al mercato attuale, ma ciò non toglie che abbiano un ottimo sapore. Preparati con eleganza e creatività, le chef di Innsbruck hanno servito cavoli, mele, zucca e altri alimenti preziosi e hanno mostrato come creare piatti invitanti da verdura esteticamente magari imperfetta.
Gli alimenti «non sufficientemente belli esteticamente» troppo spesso finiscono nel cestino.
L'idea della cena di beneficenza con alimenti recuperati è stata sostenuta anche da diversi marchi locali, tra i quali il gestore di Biokistl e Alexander Mairhofer, che sponsorizza alcune prelibatezze “ammaccate”. Mairhofer ha sottolineato che «purtroppo in molte aziende gli alimenti non abbastanza belli per il mercato finiscono nell’immondizia. Noi cerchiamo di passarli ad associazioni che operano in ambito sociale. I rifiuti alimentari invece vengono consegnati agli agricoltori, in modo che possano nutrire i loro animali. Così si chiude il cerchio».
Il progetto «Vida y esperanza».
Per far sì che si chiuda anche il cerchio, l'Oew, insieme a volontari e appassionati, ha scelto il progetto partner "Vida y esperanza" come destinatario della donazione della serata. L'Oew coopera con la direttrice del progetto Mirtha Rosario Oviedo in Bolivia da ormai quindici anni. A Cochabamba, Oviedo si prende cura di un centinaio di bambini e giovani provenienti da famiglie svantaggiate, a cui viene fornito materiale scolastico, aiuto con i compiti, supporto psicologico, pasti sani e spazio per giocare ed essere creativi.
Le famiglie ricevono un aiuto finanziario in situazioni di emergenza e un sostegno dagli assistenti sociali. Grazie al successo della partnership, negli ultimi anni molti bambini si sono diplomati per poi proseguire gli studi o trovare un lavoro a tempo indeterminato. L'Oew, da parte sua, ha organizzato tirocini sempre nell’ambito del progetto sociale in Bolivia. Nel corso degli anni 23 giovani altoatesini e altoatesine hanno potuto vivere un’esperienza unica e hanno approfittato dell’occasione di confronto per guardare alle dinamiche globali da un’altra prospettiva. Molti ex tirocinanti all'estero hanno preso parte alla cena di beneficenza del 19 novembre a Vandoies di Sopra.
È la frutta l’alimento più sprecato del pianeta. Seguono insalata e pane fresco.
A rilevarlo sono i dati del secondo Cross Country Report dell'Osservatorio «Waste Watcher International», che hanno monitorato nove Paesi del mondo : Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Sudafrica, Brasile e Giappone. Lo studio è stato realizzato in occasione della terza Giornata internazionale di consapevolezza sulle perdite e gli sprechi alimentari e della Giornata mondiale del cibo. Con la ricerca risulta che gli italiani gettano individualmente 30,3 grammi di frutta alla settimana, segue l'insalata con una media di 26,4 grammi pro capite, e il pane fresco con 22,8 grammi. L'Italia è superata dagli Stati Uniti, con 39,3 grammi di frutta a testa, la Germania con 35,3 e il Regno Unito che si attesta su uno spreco settimanale di 33,1 grammi a testa.
Nella classifica degli alimenti più sprecati entrano anche latte e yogurt (38,1 grammi settimanali negli Stati Uniti, 27,1 in Germania), gli affettati e salumi (21,6 grammi in Francia, 14,2 grammi settimanali in Giappone), riso e cereali, che in Brasile si gettano per 27,2 grammi settimanali e i cibi pronti che i giapponesi sprecano in misura media di 11,5 grammi settimanali. «Lo spreco alimentare- afferma il direttore scientifico Waste Watcher Andrea Segrè - varia con le stagioni». MAX.BO.