Violenza contro le donne nove volte su dieci a casa 

Gigantografie in centro. Scelte alcune frasi delle vittime: resteranno fino al 10 dicembre La sociologa Ciola: «Il 45,3% dichiara di avere paura di morire o per la propria incolumità» 


massimiliano bona fabio de villa




BRESSANONE. «Rispetto è il nostro pane quotidiano»: si chiama così la campagna contro la violenza sulle donne promossa a Bressanone per l’ottavo anno consecutivo. In piazza Vescovado è comparsa ieri una delle gigantografie con un messaggio forte, il cui obiettivo è quello di far riflettere i brissinesi su ciò che non vedono, perché spesso (nel 90 per cento dei casi) la violenza si consuma tra le pareti domestiche. A parlare è un ragazzino di 11 anni che racconta come ha vissuto il lockdown: «Dormo sempre nel lettone con mamma, così papà non la picchia». A metterci la faccia, per sostenere l’iniziativa, sono stati Sara Ciola (sociologa della Comunità Comprensoriale Valle Isarco), Ingo Dejaco (referente per sociale e famiglia della Comunità Comprensoriale Valle Isarco) e Monika Leitner, assessora e presidente della commissione pari opportunità del Comune di Bressanone. A ribadire con forza la pericolosità della violenza vissuta in famiglia sono proprio i racconti dai quali emerge che la casa è uno dei luoghi in cui più di frequente avvengono i maltrattamenti: siamo al 93,4 per cento. Tutte le vittime che hanno contattato il Centro antiviolenza confessano di vivere in uno stato di pesante disagio e il 45,3% dichiara di avere paura di morire o per la propria incolumità. «La percentuale di chi è in questo stato d’animo - sottolinea Sara Ciola - è aumentata di 5,4 punti percentuali tra marzo e aprile».

Un picco di chiamate a maggio, subito dopo il primo lockdown.

Il Covid ha messo molte persone di fronte a sfide molto dure, pesanti da sopportare soprattutto dal punto di vista psicologico. Ne sono stati investiti donne e bambini che non si sono sentiti sicuri nemmeno a casa. «Proprio lì, dove molti trovano un rifugio e si sentono protetti, c’è chi ha conosciuto maltrattamenti e violenza», sottolineano il referente della Comunità Comprensoriale Ingo Dejaco e Monika Leitner, assessora alle pari opportunità di Bressanone. Le chiamate ai numeri di emergenza dei centri antiviolenza durante il lockdown sono state poche, per intensificarsi invece a partire dal mese di maggio.

I cartelli per non dimenticare.

«Questi racconti e le testimonianze raccolte tra le vittime sono state davvero sconvolgenti. Anche per questo abbiamo deciso di usarle per la campagna di quest’anno. Vogliamo cercare di fissare nella mente dei brissinesi queste testimonianze per non dimenticare ciò che è accaduto», ribadisce Sara Ciola, coordinatrice del progetto e membro della Consulta della Casa delle donne. Le testimonianze resteranno ben visibili in centro fino al 10 dicembre. In parallelo i clienti delle panetterie della Val d’ Isarco riceveranno il pane in sacchetti con la scritta «Rispetto è il nostro pane quotidiano», ricordando che il rispetto verso le donne, i bambini e i più deboli in generale è il punto di partenza per prevenire la violenza.

I progetti dei partner.

Zonta Club di Bressanone in prima linea anche quest’anno. L’associazione ha aderito alla campagna internazionale “Zonta says NO to violence against women”. Sono state issate poi alcune bandiere alla rotatoria nord di Bressanone. Sono stati disegnati degli occhi - con uno sguardo penetrante - con il preciso obiettivo di invitare tutti a non girarsi dall’altra parte o a sottostimare il problema. Sono anche ben visibili i numeri telefonici del Centro Antiviolenza di Bressanone, a cui si può rivolgere in caso di necessità. In questo periodo i membri dello Zonta indossano mascherine sul tema. Venerdì 20, in occasione della «Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza», la biblioteca specialistica «Un solo Mondo» dell’Oew di Bressanone invita i bambini e le bambine della Val d’Isarco a un Kamishibai mattutino (uno spettacolo teatrale con la carta) e al workshop “Bambini, avete dei diritti!”, pensato proprio per creare consapevolezza anche tra i più giovani.

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