Caldaro, restyling in arrivo per l'accesso pubblico al lago
Anton Anderlan, consigliere Svp di 26 anni, ha ottenuto una delega sul tema.“Areale militare inadatto, lavoriamo a un progetto che renda più attrattivo il sito attuale”
CALDARO. Anton Anderlan, 26 anni, giovane consigliere Svp al suo secondo mandato in consiglio che lavora al Catasto a Bolzano, ha ottenuto dal sindaco una delega per gestire le problematiche legate al lago, compresa quella del libero accesso, tuttora motivo di scontro a livello politico. «Frequento il lago da quando avevo 2 mesi e vivo a ridosso del bacino lacustre. Spesso se ne parla a sproposito».
Partiamo dalla tematica più spinosa. Cosa pensa del libero accesso, ridotto oggi a una decina di metri quadrati?
Per noi, a Caldaro, non è una priorità. Premesso questo stiamo lavorando ad un progetto per rendere più attrattivo l'attuale sito.
C'è anche a Monticolo…
Sì, ma lì si paga il parcheggio anche se si va solo a passeggiare. Da noi chi entra al Lido comunale (o al Gretl, che è privato ndr) non paga in aggiunta il parcheggio. Ammetterà che è bruttino. Forse si poteva prevedere un accesso adeguato quando è stato costruito il Lido, agli inizi del 2000…
All'epoca ero nato da poco. Intervenire in un secondo momento è sempre problematico. Al Lido oggi c'è un locatario che ha vinto una gara d'appalto e che dal nostro punto di vista sta lavorando bene. Mi faccia aggiungere una cosa.
Prego…
L'accesso al pontile del Lido è aperto comunque già adesso dalle 7 alle 9 del mattino e dalle 19 alle 21 la sera. Molti lo dimenticano.
Passiamo all'ex areale militare, oggi di proprietà della Provincia. Non la considera una zona idonea?
Non ci sono proprio le premesse, per una serie di motivi. Intanto perché mancano le necessarie infrastrutture. Penso all'acqua ma anche alla corrente e al parcheggio. E, soprattutto, siamo vicini a un biotopo. Con tutele e norme stringenti come quelle di "Natura 2000".
Lì il Comune di Caldaro vorrebbe fare un percorso naturalistico. È esatto?
Sì, lo aveva già spiegato con chiarezza l'ex sindaca Benin lo scorso anno. Magari con un tracciato che lambisca il lago da vicino, se possibile. Almeno per un tratto. Ma bisognerà coinvolgere e trattare con la Provincia, che ha responsabilità diretta.
Nessuna proposta concreta del Comune?
Il nostro geometra ha elaborato un primo schizzo, come ci è stato richiesto. Ma al momento non c'è di più. Il lago va protetto anche a beneficio delle generazioni future.
Sono gli altri esercizi ad ostacolare il libero accesso?
No, questo tendo a escluderlo nella maniera più assoluta. Non sono certo 50 metri di accesso pubblico al lago a cambiare la situazione. Loro lavorano bene da anni, con turisti e bolzanini, e sono contenti del contesto generale. Le questioni prioritarie del lago sono altre.
Fatte salve le zone sotto tutela e quelle private dove potrebbe essere realizzato un libero accesso?
La Provincia potrebbe, teoricamente, attivarsi e trattare con i privati. Che, oggettivamente, sono parecchi. Gli stessi pontili sono un'ottantina.
Quali sono a suo avviso i temi importanti?
Far convivere, innanzitutto, i vari interessi in campo: da quelli sportivi a quelli turistici e ricreativi. C'è poi la questione delle alghe (Nixkraut o Najas guadalupensis ndr) - che vengono falciate quando serve - e della qualità dell'acqua, che anche quest'anno è quasi trasparente come certificano le analisi settimanali della Provincia e della dottoressa Stenico.
C'è poi una presenza (eccessiva) di carpe. È corretto?
Sì, la Provincia sta cercando di eliminare parte delle carpe, che sono onnivore, con i lucci, che sono carnivori (si nutrono di altri pesci, ma possono mangiare anche insetti, rane, roditori e persino esemplari della propria specie se serve ndr).
Per la "Najas guadalupensis" qual è il fattore scatenante?
La temperatura dell'acqua, quando supera i 30 gradi. L'anno scorso, ad esempio, siamo rimasti sui 26-27 ed è andata bene ma bisogna monitorare la situazione costantemente.
C'è ancora il gambero rosso della Louisiana?
Sì, c'è nelle nostre acque almeno dal 2023.Anche se - come aveva spiegato l'ex assessore Schuler - non si tratta di un contributo alla biodiversità ma di una minaccia per le specie autoctone.