L'EMERGENZA

Coronavirus, aumentano i casi: in Alto Adige il dato peggiore d'Italia

 I nuovi infetti sono soprattutto lavoratori extra Ue, con un’età media di 40 anni, per la maggior parte asintomatici



BOLZANO. L’Alto Adige diventa la provincia italiana con il più alto numero di nuovi infetti rispetto alla popolazione residente. Il dato della Fondazione Gimbe (Gruppo per la medicina basata sulle evidenze) dice che dal 29 luglio al 4 agosto in Alto Adige si contano 48 nuove infezioni, la settimana precedente erano state solo 7. Nessuno - in percentuale - fa peggio di noi (alle nostre spalle Veneto ed Emilia Romagna). E anche per l’indice Rt siamo in vetta ai dati nazionali.

Il direttore sanitario dell’Asl - Pierpaolo Bertoli - dice che 12 positivi in un giorno (il dato di ieri, ndr), sono tanti, non succedeva da fine aprile. «Il virus circola e la questione ci preoccupa non poco. I nuovi infetti sono soprattutto lavoratori extra Ue con un’età media di 40 anni, mediamente giovani, per la maggior parte asintomatici ed è anche per questo che i ricoveri sono molto contenuti (al momento i pazienti in ospedale sono 8, nessuno in Rianimazione).

Dobbiamo effettuare test a tappeto dove riteniamo importante intervenire per spegnere anche i piccoli focolai - il caso di Bronzolo con 2.800 tamponi previsti è evidente - scovare immediatamente i positivi, isolarli ed evitare che contagino gli anziani. « Non possiamo permetterci che il virus torni a circolare tra la popolazione in avanti con gli anni», ancora Bertoli. Tutta l’Asl a fronte dell'incremento costante dei dati, rivolge un appello ai cittadini: «Rispettate le regole di igiene e distanziamento: indossate la mascherina e rispettate la distanza di almeno 1 metro».

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