Dolomiti, niente voli con i caccia. Il Cai: vietare anche gli elicotteri
Alfreider rassicura: «Mai usati jet ex militari per voli panoramici, Enac lo ha vietato sull'intero territorio nazionale». Zanella: «Pochi controlli, quasi niente sanzioni. Intanto sulle nostre montagne sempre più diffusi eliski ed elitaxi»
BOLZANO. Niente voli turistici e panoramici con aerei jet da caccia. Lo ribadisce per iscritto la Provincia, rispondendo ad una interrogazione del consigliere Andreas Leiter Reber. «Dovrebbero vietare anche i voli turistici in elicottero, che ormai viene usato pure per l'eliski o come elitaxi per portare gente ai rifugi», tuona il presidente del Cai Alto Adige Carlo Alberto Zanella. Sulla medesima lunghezza d'onda Avs e Sat.
I jet da caccia
Leiter Reber, sulla scorta delle polemiche dei mesi scorsi riguardo a una società che offriva voli con ex jet militari da caccia, ha chiesto lumi al riguardo. L'assessore Daniel Alfreider ora risponde: «A tutt'oggi la Provincia non è a conoscenza di voli dei suddetti aerei nella regione dolomitica». Consultata la direzione dell'Ente nazionale aviazione civile di Bolzano, «anche quest'ultima non è a conoscenza dell'utilizzo di jet per voli turistici o panoramici».
I limiti di legge
I divieti e le limitazioni contenuti nella legge provinciale n. 15/1997 "Regolamentazione del traffico con aeromobili a motore ai fini della tutela dell'ambiente", spiega oltre l'assessore, «si applicano indistintamente a tutti gli aeromobili a motore e riguardano essenzialmente il decollo, l'atterraggio e il sorvolo delle aree protette a quote inferiori a 500 m s.l.m. e delle aree superiori a 1600 m s.l.m., anche se la legge non si occupa specificamente della velocità e delle emissioni sonore degli aeromobili». Inoltre, secondo l'Ufficio per l'aria e il rumore, la legge provinciale del 5 dicembre 2012, n. 20, "Disposizioni in materia di inquinamento acustico" «non stabilisce alcun limite per il rumore degli aeromobili o dei singoli velivoli. Gli aeromobili, come ad esempio le autovetture, devono rispettare determinati valori limite per essere autorizzati».
La direzione Enac di Bolzano, prosegue Alfreider, ha informato la società che pubblicizzava i jet da caccia «che la suddetta attività di volo è illegale e quindi non autorizzata. L'autorità ha imposto un divieto di volo per tutto lo spazio aereo italiano e ha informato le autorità aeronautiche di altri Paesi. Se il divieto verrà disatteso, l'Enac adotterà le opportune sanzioni amministrative».
È l'Enac, infatti, l'autorità competente. Controlli e sanzioniInteressante anche il prosieguo della risposta. Si chiede quante sanzioni amministrative siano state emesse dallo Provincia negli ultimi 5 anni perché la quota di volo era inferiore a quella prevista dalla legge. Nel 2021 una, nel 2022 zero, nel 2023 una, nel 2024 tre, nel 2025 una. «Decisamente poche», commenta sarcastico il presidente del Cai Zanella. Quante invece le sanzioni per decolli e atterraggi non autorizzati di aeromobili in aree protette? Solo una, nel 2021.
Alfreider è poi costretto ad ammettere che la Provincia non dispone di strumenti di misura per determinare se la quota di volo sia stata superata: «Gli organi di controllo incaricati della supervisione seguono un metodo di calcolo stabilito che tiene conto di punti di riferimento fissi come la posizione della persona incaricata del controllo e il terreno (cime, pendii, ecc.) e consente una valutazione tramite triangolazione».
Verticale e orizzontale
L'attuale legge utilizza il termine "quota di volo" che, secondo la prassi comune e anche nelle controversie legali, è stato ed è interpretato come distanza verticale dal terreno solido.
E allora Reber chiede: «I 500 metri valgono anche per la distanza orizzontale dai pendii montani?» La risposta, senza ulteriori specifiche, è questa: «Gli uffici provinciali competenti del Dipartimento Natura, Paesaggio e Sviluppo del Territorio stanno attualmente lavorando a una revisione della legge nell'interesse della tutela ambientale». Leiter Reber scava più a fondo, chiedendo se l'aeroporto di Bolzano disponga dei mezzi tecnici per registrare le quote di volo dei numerosi aerei da diporto a motore.
Alfreider risponde: «Secondo l'Enac, lo spazio aereo dell'Alto Adige è sotto controllo radar solo al di sopra di una certa quota, a seconda della zona. La sorveglianza radar civile completa è garantita solo a partire dalla quota di volo in cui il volo strumentale (Ifr) è obbligatorio e il volo a vista è vietato. A questa quota non è possibile effettuare voli panoramici, ecc.». Ma allora, gli aeromobili a motore che decollano in Alto Adige sono obbligati a trasmettere i dati relativi all'altitudine di volo all'aeroporto di Bolzano o all'Enac? «No», è la risposta di Alfreider.
La posizione del Cai
«Chi frequenta la montagna, lo sa benissimo: non fanno quasi niente. I dati sulle sanzioni parlano chiaro. Sappiamo dai funzionari provinciali che ci sono grandi difficoltà a effettuare i controlli». Non le manda a dire, il presidente del Cai: «Gli elicotteri in Alto Adige non dovrebbero effettuare voli turistici e basta. Per soccorsi e lavori ai rifugi in quota o per lo spegnimento incendi, elicotteri ok, ci mancherebbe. Ma ormai sul web si trovano sette operatori che propongono voli turistici, dalle Dolomiti al Garda.
Prima ce n'era solo uno, adesso c'è un bel traffico. La popolazione si lamenta, specie in Gardena». Ormai, prosegue, «possiamo apertamente parlare di elitaxi ed eliski, un grosso problema. C'è chi usa l'elicottero per andare a mangiare in baita o per passare in volo radente sulla forcella di Mezdì, sulle Odle, per poi farsi una bella discesa in neve fresca». Arrabbiatissimi anche all'Avs, e pure alla Sat, conclude, «nonostante in Trentino i controlli siano più serrati». Dell'argomento si discute, si dibatte assai. Le associazioni alpinistiche lo dicono chiaramente: «Stop ai voli turistici sulle nostre montagne».