caro casa

Ecco i 21 Comuni altoatesini in emergenza casa: aumento dell’Imi sugli alloggi sfitti

Aliquota maggiorata del 2,5% (fino al 3,5) dal 2023. Ridotta invece l'aliquota ordinaria sulle locazioni



BOLZANO. Sono 21 i Comuni dell'Alto Adige in cui c'è carenza di alloggi. Lo ha stabilito la giunta provinciale che oggi (27 settembre) ne ha approvato l'elenco sulla base dei dati elaborati dall'Osservatorio del Mercato immobiliare che individua come valore idoneo il valore minimo di locazione in euro per metro quadro. Secondo la stessa Banca dati i Comuni con esigenze abitative sono quelli i cui prezzi minimi di locazione superano di almeno il 20% il prezzo medio d’affitto a livello nazionale.

Di questo elenco fanno parte Bolzano, le città di Merano, Bressanone, Laives e Vipiteno, i tre Comuni della Val Gardena, Selva, Ortisei e Santa Cristina, i Comuni di Badia e Corvara, nonché Marebbe,Terlano, Appiano, Ora e Caldaro, Scena, Lana, Marlengo e Tirolo, Sesto in Val Pusteria e Varna (esclusa la frazione di Scaleres) in Valle Isarco.

«Per ovviare alla carenza di alloggi, con le recenti modifiche alla legge sull'Imi - sottolinea il presidente della Provincia Arno Kompatscher - abbiamo previsto un'aliquota più alta per gli immobili che rimangono sfitti a lungo termine, i terreni edificabili permanentemente inutilizzati e i cantieri perenni così da favorire la disponibilità di alloggi per la popolazione residente».

I Comuni con esigenze abitative, ossia quelli con maggiore carenza di alloggi, avranno una maggiore tassazione degli appartamenti sfitti. In questi Comuni si deve applicare un'aliquota maggiorata del 2,5%, fino a un massimo del 3,5% a discrezione dei Comuni. Lo stesso aumento dell'aliquota vale anche per i terreni edificabili. È previsto un periodo transitorio di 36 mesi dall’approvazione di eventuali strumenti urbanistici necessari o dalla prima applicazione a partire dal 1° gennaio 2026, ad eccezione dei terreni edificabili con valore di mercato fino a 100.000 euro, che possono essere aumentati dal Comune fino a 700.000 euro.

Nei Comuni con esigenze abitative l’aliquota ordinaria sulle abitazioni affittate, che attualmente è dello 0,76% nella maggior parte dei Comuni, sarà ridotta dello 0,1%. I singoli Comuni possono ridurre ulteriormente tale aliquota. Inoltre, è previsto che gli stessi Comuni che percepiscono redditi da canoni di locazione beneficino della riduzione dell’imposta sul reddito come previsto dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica.

A partire dal 2023 nei Comuni non soggetti a esigenza abitativa l’aliquota per abitazioni affittate deve comunque ridotta di almeno lo 0,2% rispetto all’aliquota ordinaria.













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