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Emergenza clima, l’appello degli ambientalisti alla Provincia: «Subito un piano vincolante»

Climate Action, Federazione ambientalisti Alto Adige, Fridays for Future e Klima Club Südtirol chiedono misure più incisive: «Procedere a rilento non è un lasciapassare per non fare nulla»



BOLZANO. «Emergenza idrica, il disastro sulla Marmolada, innumerevoli incendi boschivi e il luglio più caldo della storia. Le conseguenze negative del riscaldamento globale non possono più essere ignorate neanche qui da noi. Nello stesso tempo continuiamo ad aspettare un Piano Clima completo e vincolante».

Sono le parole contenute nell'appello congiunto che Climate Action, la Federazione ambientalisti Alto Adige, Fridays for Future e Klima Club Südtirol hanno rivolto alla giunta altoatesina.
«Nel 2019 - è la denuncia - la giunta provinciale aveva annunciato l'intenzione di rivedere il piano climatico del 2011. La nuova bozza del piano clima afferma che l'Alto Adige non ha raggiunto nessuno degli obiettivi che si era prefissato. Nel febbraio 2022 la giunta provinciale ha istituito un gruppo di esperti per integrare nel piano le proposte di cittadini. Poi è calato il silenzio sul Piano Clima».

Alla Provincia si chiede dunque di agire rapidamente. «Abbiamo bisogno al più presto di un piano per il clima che contenga misure vincolanti e complete in tutti i settori», dichiara Zeno Oberkofler di Fridays for Future. In particolare, per l'attivista servono misure più ambiziose e commisurate alla crisi climatica in corso.

«Chiediamo di instaurare una "segreteria per il clima" con almeno dieci persone per attuare e valutare tutte le misure» aggiunge Ruth Heidingsfelder di Climate Action. La segreteria per il clima avrebbe il compito di verificare la compatibilità di leggi, regolamenti, piani e progetti con il clima ed e di informare gli altoatesini sulla crisi climatica.

C'è poi un sollecito a indirizzarsi sempre più verso le fonti rinnovabili. «L'Alto Adige deve fissare oggi la data dalla quale non si bruceranno più combustibili fossili - chiede Thomas Egger del Klima Club - I politici e i produttori di energia continuano a fare affidamento sui combustibili fossili, come l’eco-gas di Alperia, anche se le conseguenze dell'uso di queste risorse sono note. Le energie rinnovabili, soprattutto il fotovoltaico, devono invece essere potenziate in modo massiccio anche in Alto Adige».

«Un piano climatico che procede a rilento non è un lasciapassare per non fare nulla» dichiara infine Madeleine Rohrer della Federazione ambientalisti Alto Adige. Con il programma di sviluppo comunale, afferma, i comuni hanno già in mano uno strumento per ridurre il consumo energetico e per rendere paesi e città resilienti alle conseguenze della crisi climatica. Ad esempio, l'ampliamento dei percorsi pedonali e ciclabili e il car-sharing elettrico, la ristrutturazione degli edifici esistenti e la costruzione in legno, l'adattamento di strade e piazze alle ondate di calore e alle piogge abbondanti attraverso la piantumazione di alberi e arbusti.

«Il cambiamento climatico è una sfida ecologica e soprattutto sociale. Meno aspettiamo a contrastare la crisi climatica in modo rapido e coerente, più l'Alto Adige riuscirà a gestire questa crisi in modo giusto e pacifico» afferma Rohrer.













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