Salute

Farmaci anticancro molto costosi: «L'Asl in grado di pagarli tutti»

Il primario di Oncologia del San Maurizio, Luca Tondulli: “La cura dei tumori ha compiuto passi da gigante. In Alto Adige siamo in grado di offrire ai nostri concittadini terapie a bersaglio molecolare, immunoterapia e trattamenti cellulari”


Valeria Frangipane


BOLZANOTumori in Alto Adige. I dati sono stabili con circa 3.600 nuovi casi l'anno. «Invitiamo i cittadini a fare prevenzione. Se vi arriva dall'Asl l'invito allo screening rispondete». Il primario di Oncologia del San Maurizio - Luca Tondulli - dice che negli ultimi decenni la cura dei tumori ha compiuto passi da gigante.

«Accanto alla chirurgia, alla radioterapia e alla chemioterapia, si sono affermate terapie come quelle a bersaglio molecolare (medicina di precisione), l'immunoterapia e le terapie cellulari. Si tratta di trattamenti talvolta complessi, molto costosi, che fortunatamente siamo in grado di erogare ai nostri concittadini. Succede grazie ai meccanismi di rimborso previsti da Aifa, ai fondi provinciali e a una serie di opportunità come le richieste off label, Cnn, i fondi Aifa 5% ecc.».

I numeri del cancro

I numeri del cancro nel 2024 in Italia - raccolti i dati da 35 Registri Tumori, anche dall'Alto Adige - sono in linea con gli anni precedenti. «Aumenta la prevalenza, cioè il numero di persone che vivono dopo la diagnosi, in Italia sono 3,7 milioni. La mortalità nei giovani adulti 20-49 enni, in 15 anni (2006-2021), è diminuita del 21,4% nelle donne e del 28% negli uomini. Risultati raggiunti grazie ai progressi diagnostici e alle innovazioni terapeutiche».

Il tumore più frequente in Italia è il carcinoma della mammella (53.686 casi), seguito da colon-retto (48.706), polmone (44.831), prostata (40.192) e vescica (31.016). In Alto Adige quello alla prostata è il più frequente tra i maschi (25% del totale dei casi contro una stima del 19% a livello nazionale), seguito da colon (10% contro il 15%), vescica (10% contro l'13%) e polmone (9% contro il 12%). Le donne si sono ammalate soprattutto di tumore al seno (29% a fronte di una stima per l'Italia pari al 30%), colon (10% contro il 12%) e polmone (8%, contro il 7%).

Attenzione ai fattori di rischio

«Vi è una prevalenza ancora alta - continua il primario - di fattori di rischio comportamentali e ambientali che contribuiscono significativamente a causare il cancro. Si tratta di una materia in cui è necessario investire di più ed a molteplici livelli. I principali fattori di rischio individuali (spesso molto diffusi tra i giovani e giovanissimi) restano fumo, alcol, sedentarietà, eccesso di peso e abitudini alimentari (scarso consumo di frutta e verdura e alto consumo di cibi processati/conservati e ricchi in grassi)». Tondulli spiega che fortunatamente la provincia di Bolzano ha la prevalenza di tabagismo più bassa d'Italia (20% vs una media nazionale del 24%) ma è al vertice per il consumo di alcol (38% vs 18% di media nazionale).«Ricordo che sia il consumo abituale elevato di alcol, che il binge drinking, che il consumo prevalentemente o esclusivamente, fuori pasto sono considerati rischiosi». Sovrappeso e obesità sono un altro importante fattore di rischio oncologico poiché coinvolti nell'insorgenza dei tumori di esofago, fegato, pancreas, colecisti, vie biliari, endometrio e rene. «Noi registriamo i tassi di sedentarietà più bassi d'Italia (8% vs una media del 28%). Anche in questo caso i dati dell'Alto Adige sono migliori di quelli medi nazionali: a fronte di una media del 43% da noi la prevalenza di persone obese o in sovrappeso è del 38%».

Terapie, le nuove frontiere

Negli ultimi decenni la cura dei tumori ha compiuto passi da gigante. «Accanto alla chirurgia, alla radioterapia e alla chemioterapia, si sono affermate terapie come quelle a bersaglio molecolare, l'immunoterapia e le terapie cellulari. Strategie innovative che hanno rivoluzionato la lotta contro il cancro, migliorando la sopravvivenza dei pazienti e riducendo significativamente la mortalità, e in diversi casi migliorando i tassi di guarigione.

Per molte patologie tumorali, pensiamo al melanoma oppure al tumore mammario, questi farmaci hanno di fatto cambiato la storia naturale della malattia, permettendo anche nei pazienti in fasi più avanzate di ottenere buone risposte e lunghe sopravvivenze».

Trattamenti talvolta complessi - dice il primario - molto costosi, ma fortunatamente grazie ai meccanismi di rimborso previsti da Aifa, ai fondi provinciali e a una serie di opportunità come le richieste off label, Cnn, i fondi Aifa 5% ecc. in Alto Adige siamo in grado di erogarli ai nostri concittadini. «Infatti, la nostra Oncologia, aderendo alle linee guida nazionali ed internazionali, è assolutamente in grado di offrire queste cure e, laddove non disponibili, può proporre ai pazienti di aderire a studi clinici presenti in loco o presso Centri di riferimenti italiani ed esteri.

Stiamo infine lavorando insieme ai colleghi urologi e medici nucleari per esser pronti all'arrivo (speriamo a breve) di un nuovo trattamento approvato da Aifa di comprovata efficacia che prevede l'impiego del radiofarmaco lutetium-177 (tecnicamente si definisce ligando radioattivo) per il trattamento, solo in casi molto ben selezionali, del tumore della prostata avanzato».

Intelligenza artificiale

Un cenno, infine, all'intelligenza artificiale. «L'intelligenza artificiale promette di rivoluzionare vari settori, dalla radiodiagnostica, all'anatomia patologica, all'oncologia, alla farmacologia. L'impiego dei big data e lo sviluppo di tecniche di machine learning promettono avanzamenti conoscitivi e applicativi straordinari in campo medico.

Attraverso l'IA saremo in grado di produrre con estrema rapidità nuovi farmaci e molecole, elaborare nuovi tool diagnostici, pianificare ricerche e condurre trial clinici in tempi molto più rapidi e con maggiore appropriatezza e precisione impossibili con le tecniche tradizionali». L'importanza degli screeningA proposito di screening Tondulli dice che dobbiamo incentivare ed estendere sempre di più i 3 programmi disponibili, ossia quelli per il tumore al seno, al colon-retto e alla cervice uterina e incentivare i controlli dermatologici per la prevenzione del melanoma.

«Per favore rispondete alle lettere d'invito dell'Asl, dice ancora il medico. Lo screening del tumore al seno è rivolto alle donne tra i 50 e i 69 anni e prevede l'esecuzione di una mammografia con frequenza biennale. Lo screening della cervice uterina è aperto a tutte le donne di età compresa tra 25 e 64 anni: tra i 25 e i 30-35 anni viene offerto il Pap-test ogni tre anni, successivamente viene proposto il test Hpv ogni cinque anni.

Più recentemente alcune Regioni hanno adottato, in ottemperanza a quanto stabilito nel Piano nazione di Prevenzione 2020-2025, un protocollo di screening cervicale personalizzato sulla base dello stato vaccinale per l'Hpv. Lo screening per il tumore del colon-retto riguarda uomini e donne tra i 50 e i 69 anni e prevede l'esecuzione di un test per la ricerca del sangue occulto nelle feci ogni due anni. In alcune Regioni, i limiti di età per la partecipazione agli screening mammografico e colorettale sono stati ampliati, includendo le persone tra i 45 e i 74 anni per la mammografia e tra i 50 e i 74 anni per lo screening colorettale. Vediamo per tutti gli screening una copertura migliore al Nord rispetto a Centro e Sud, e migliorabili anche in provincia di Bolzano».













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