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Green Pass per bus e ristoranti: alla Provincia di Bolzano piace il “piano Macron”

Il governo valuta nuove regole per rilanciare le vaccinazioni: clima positivo a Palazzo Widmann. L’affondo dell’assessore Achammer: «Stiamo facendo di tutto, non si incolpi la politica se arriva una stretta»


Francesca Gonzato


BOLZANO. È bastata la frase «Green Pass per ristoranti, bar e trasporti»: in Francia un milione di prenotazioni per i vaccini in poche ore. Il modello Macron è già oggetto di studio in Italia. L’Austria è già partita. Il governo ne discuterà nei prossimi giorni. Doppio obiettivo: rilanciare i vaccini e tenere sotto controllo la pandemia con variante Delta. E dunque, preservare i più fragili ed evitare nuove chiusure. Il Green Pass europeo potrebbe diventare obbligatorio in Italia per bar e ristoranti, trasporti, stadi ed eventi, tutti questi ambiti o una parte. «E noi cosa faremmo in quel caso?»: la giunta provinciale ha iniziato a ragionarci martedì. Tra gli assessori, diverse voci a favore di un allargamento dell’utilizzo del «Green Pass». Anche perché il Garante per la privacy ha bocciato la variante locale del CoronaPass. «I numeri dei contagi stanno crescendo, mentre sui vaccini siamo indietro. Sarà inevitabile ragionare sulle regole», riflettono, tra gli altri, gli assessori Waltraud Deeg e Arnold Schuler. La ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini ha confermato: «Non inseguiamo modelli stranieri, ma certamente il governo valuterà di estendere l’utilizzo del Green Pass (vaccinati, guariti, negativi al test, ndr) ad altri servizi nella logica di incentivare le vaccinazioni. L’Italia non deve più chiudere». Una presa di posizione netta sulle vaccinazioni arriva da Philipp Achammer, Obmann della Svp, assessore alla Scuola e all’Economia, ha postato il suo appello su facebook, mettendo in conto le reazioni. «Le critiche sono bene accette. Verranno cancellati insulti e teorie del complotto». Anche la Svp usa i social per incoraggiare le vaccinazioni, particolarmente in ritardo in periferia. Così Achammer.

Lei è favorevole a un maggiore utilizzo del Green Pass anche in Alto Adige, se il governo farà questo passo?

«Abbiamo ancora un po’ di tempo per vedere come evolve la situazione. I numeri peggiorano, anche se restano bassi e gli ospedali non sono in sofferenza. Se non ci sarà un miglioramento, si dovrà pensare a qualche misura di questo tipo. Dipende tutto, o quasi, dalle vaccinazioni. Lei ha lanciato un appello alla responsabilità collettiva: dipende da ognuno di noi come potranno ripartire le scuola a settembre. E come potrà lavorare l’economia. L’altro giorno un imprenditore mi ha detto “per fortuna stiamo lavorando bene, prima che ci chiudiate di nuovo”. Ma lo stesso imprenditore non è vaccinato. Allora dico no. Si prende di mira la politica, ma non ci si lascia vaccinare. I vaccini ci sono, li portiamo praticamente sotto casa con i Vax Bus. Non si accusi la politica, se dovesse rendersi necessaria qualche stretta».

Perché i vaccinati dovrebbero accettare di chiudere le attività o non andare al ristorante, per non parlare di un nuovo, improbabile, lockdown?

«Infatti. Credo che le tante persone vaccinate non accetterebbero più misure severe valide per tutti, indiscriminatamente».

Il generale Figliuolo ha chiesto alle Regioni i dati sugli insegnanti. In Alto Adige si parla di circa il 38% di docenti non vaccinati.

«Sono sicuro che la percentuale sia più bassa. Abbiamo chiesto alla Asl un approfondimento. Comunque il nostro appello ai docenti è: vaccinatevi».

Organizzerete i Vax Bus davanti alle scuole?

«Ne ho parlato con l’assessore Thomas Widmann, l’idea è questa. Si potrebbero organizzare i bus prima dell’avvio delle lezioni, quando gli insegnanti tornano a scuola per organizzare il nuovo anno scolastico. Sono certo che molti non vaccinati non siano “no vax”, ma seguano il ragionamento pericoloso “aspetto ottobre e vedo come procede la pandemia”. Abbiamo i bus, i centri sul territorio, le vaccinazioni senza appuntamento. Come politica e Asl facciamo di tutto. Poi c’è la responsabilità di ognuno di noi verso la società».













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