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I “No Green pass” puntano al referendum

L’obiettivo sono 500mila firme in un mese e voto dopo aprile 2022


di Paolo Cappelleri


ROMA. È un referendum contro uno "Stato che ha tradito", per abrogare un Green pass che "discrimina". E che "è destinato a diventare l'embrione della futura tessera di identificazione digitale a cui mira il Grande Reset attualmente in attuazione", per usare le parole di Carlo Freccero, ex direttore di Rai 2, oggi fra i protagonisti del comitato che punta a ottenere nel giro di un mese 500mila sottoscrizioni ai quattro quesiti referendari su altrettanti decreti, per poi depositarle entro fine ottobre e arrivare al voto comunque non prima di aprile 2022.

"Nel frattempo studieremo ricorsi in sede giudiziaria, anche internazionale, oltre a iniziative di dialogo 'politico'. Se questi tentativi dovessero fallire, il referendum abrogativo costituirà l'ultima chance per opporsi a un odioso strumento di discriminazione personale e sociale - spiega l'avvocato Olga Milanese.

L'iniziativa referendaria è nata dall'appello dell'avvocato Paolo Sceusa che, spiegano i promotori, denunciò "un comportamento del Governo italiano, tale da incrinare il patto di lealtà tra istituzioni e popolo": ossia l'omissione, poi corretta con una rettifica, di un passo della Gazzetta ufficiale europea relativa alle persone che "hanno scelto di non essere vaccinate" e nonostante ciò non devono essere oggetto di discriminazioni.

Sulle chat social punto di riferimento del variegato movimento no vax, l'idea del referendum non è accolta in maniera univoca. Per i gestori del canale Telegram 'Basta Dittatura!', è "una stupidità assurda: giustifica la dittatura che c'era prima del passaporto schiavitù", scrive l'amministratore del canale da cui da settimane parte l'invito alla mobilitazione "a oltranza" ogni sabato nelle piazze italiane. Dopo le proteste di ieri, oggi una delle discussioni più partecipate è stata quella in cui l'anonimo amministratore del canale domandava agli utenti l'indirizzo di casa del premier Mario Draghi, "per andare a salutarlo".













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