SANITA'

Il “coronavirus” mobilita anche la sanità altoatesina

Ieri si è svolto un vertice precauzionale: è stato messo a punto un piano di emergenza in caso di necessità. Intanto il bilancio delle vittime sale a 106. Primo caso confermato in Germania, in Baviera

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BOLZANO. Il “coronavirus” cinese sta destando attenzione da parte delle autorità sanitarie altoatesine anche se per il momento, per fortuna, non c’è alcun pericolo concreto di infezioni in provincia di Bolzano. Non è però il caso di sottovalutare la situazione e proprio per questo motivo nel pomeriggio di ieri si è tenuto un vertice tra dirigenti dell’azienda sanitaria a cui ha partecipato anche Elke Maria Erne, primario del reparto malattie infettive dell’ospedale San Maurizio di Bolzano reduce da un convegno a Roma proprio sul tema.

Il rischio globale derivante dal coronavirus cinese è «elevato». Secondo il ministro della Salute Roberto Speranza c’è il serio rischio che presto si possa parlare di «emergenza sanitaria internazionale». 

In Alto Adige non c’è alcun pericolo prevedibile di contagio ma ieri le autorità sanitarie locali hanno partecipato ad un approfondito vertice (alla presenza del direttore generale dell’Azienda sanitaria Florian Zerzer), per decidere come applicare eventualmente un piano di emergenza se dovesse necessaro. Lo stesso direttore Zerzer ha puntualizzato che si è trattato di una riunione unicamente precauzionale. In sostanza l’Azienda sanitaria altoatesina ha preferito non perdere tempo per mettere a punto un eventuale piano di emergenza per ogni possibile evenienza. La riunione di ieri si è tradotta in una verifica di come poter applicare le direttive fatte giungere da Roma. Dieci medici sono stati incaricati di preparare un protocollo di intervento. Nel frattempo gli esperti puntualizzano che il pericoloso “coronavirus” si diffonde per via aerea. In sostanza si può rimanere contagiati se ci si trova vicino ad una persona infetta (anche un portatore sano, dunque senza sintomi) che tossisca o starnutisca.

Ieri intanto in Austria si sono registrati tre nuovi casi sospetti di “coronavirus”. Si tratta di un uomo e di una donna che sono appena rientrati da viaggi in Cina. Entrambi si sono presentati spontaneamente in due diversi ospedali di Vienna non appena hanno avvertito sintomi influenzali. Un altro caso sospetto è stato segnalato a Klagenfurt, in Carinzia.

La situazione in Cina

Il nuovo coronavirus di Wuhan ha causato finora 106 morti, di cui 100 nella sola provincia di Hubei: sono gli ultimi aggiornamenti forniti dalle autorità cinesi, secondo cui i nuovi casi di contagio registrati sono stati quasi 1.300.

Alle 82 vittime registrate fino a ieri si sono sommate le 24 annunciate oggi dalla Commissione sanitaria dell'Hubei, che portano il bilancio nella provincia centrale cinese da dove è partita l'epidemia a quota 100.

In aggiunta, i nuovi casi accertati sono stati 1.291, spingendo il totale su scala mondiale con il coinvolgimento di una dozzina di Paesi (da ultimo anche la Germania), oltre quota 4.000. Soltanto nell'Hubei i casi sono stati 2.714, di cui 2.567 trattati con il ricovero ospedaliero e 47 nel frattempo dimessi dopo le relative cure.

Finora sono 30 le città e le province cinesi che hanno lanciato il 'livello 1' d'allerta sul responso all'emergenza del coronavirus, mentre Hong Kong ha deciso il suo "livello più alto" di risposta alla crisi.

Primo caso confermato in Germania

C'è un primo caso confermato di coronavirus cinese in Germania, nello stato sudorientale della Baviera. "Un uomo della zona di Starnberg è stato infettato dal nuovo virus e posto sotto controllo medico in isolamento", spiegano dal ministero della Salute bavarese.

Il paziente è "in buone condizioni mediche", ha aggiunto la fonte. I parenti del paziente sono stati informati dei sintomi che possono comparire in caso di malattia, nonché delle precauzioni igieniche da adottare.













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