Il provvedimento

Il presidente Mattarella concede la grazia all’ex terrorista Heinrich Oberleiter

Uno dei “bravi ragazzi della Valle Aurina” si è detto pentito di quanto fatto tra il 1966 e il 1967: «Adesso ripudio la violenza». La soddisfazione di Urzì: «Testimone della sconfitta del secessionismo»



BOLZANO. Il Presidente Sergio Mattarella ha adottato un provvedimento di clemenza individuale nei confronti di Heinrich Oberleiter.

Nato nel 1941, è stata concessa la grazia relativa alla pena dell'ergastolo, irrogata per la partecipazione ad atti terroristici compiuti in Alto Adige tra il 1966 e il 1967.

Nell'adottare il provvedimento il Presidente della Repubblica ha tenuto conto del fatto che i suoi atti criminosi non hanno provocato decessi, del ravvedimento del condannato che, in una dichiarazione allegata alla domanda di grazia presentata dai figli, ha espresso ripudio della violenza e forte rammarico per le vittime di tutti gli attentati di quel periodo e per il dolore arrecato alle loro famiglie, della sua età, del parere favorevole del Procuratore Generale competente e del perdono concesso dalle due persone offese che è stato possibile interpellare nel corso dell'istruttoria, nonché della condizione di generale concordia da tanto tempo raggiunta a distanza da quella stagione.

Oberlaiter è uno dei quattro “bravi ragazzi della Valle Aurina”. Gli altri due ancora in vita, Siegfried Steger e Sepp Forer, non hanno chiesto atti di clemenza.

Urzi (FdI): "Testimone della sconfitta del secessionismo"

"Nessuna grazia, in Italia, senza pentimento e senza ripudio del metodo violento usato negli anni della strategia della tensione secessionista: è la lezione che ha dato il Capo dello Stato graziando Heinrich Sebastian Oberleiter, condannato per la partecipazione ad azioni terroristiche antitaliane compiute in Alto Adige tra il 1966 e il 1967", è la reazione in una nota del coordinatore regionale di Fratelli d'Italia Alessandro Urzì.

"Ora che il provvedimento è stato assunto è lo stesso Quirinale a rendere noto che il Presidente della Repubblica (non lo si sapeva precedentemente) ha tenuto conto del “ravvedimento del condannato che, in una dichiarazione allegata alla domanda di grazia presentata dai figli, ha espresso ripudio della violenza e forte rammarico per le vittime di tutti gli attentati di quel periodo e per il dolore arrecato alle loro famiglie”. Esattamente quello che chiedevamo da anni.

Oberleiter si è rivolto alla più alta carica della Repubblica Italiana, ossia quella Repubblica contrastata negli anni della sua giovinezza con la violenza, un atto di riconoscimento politico che condanna definitivamente la stagione del secessionismo politico. La clemenza del capo dello Stato italiano è la espressione pura della superiorità italiana di fronte all’odio ed alla rabbia cieca che animò le follie secessioniste del tempo. La lettera di pentimento e di ripudio della violenza da parte di Oberleiter, le scuse alle vittime, sono l’ammissione di una sconfitta personale e politica del secessionismo, quello armato ma anche di quello politico. Non si potrebbe essere più soddisfatti dell’umiltà con cui l’ergastolano rifugiatosi all’estero per terminare la sua fuga ha dovuto chinarsi alle generose Istituzioni della Repubblica Italiana. Con questo atto Oberleiter smette di essere un simbolo del radicalismo e si trasforma in un esempio della sconfitta della rabbia antitaliana e della follia secessionista. Unico rammarico: il sapere mai scontato nemmeno un giorno di carcere. Ma la vita lo ha condannato egualmente ad un destino che lo ha portato a ripudiare la propria intera storia, quasi peggio".













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