la sentenza

Il Twenty resta senza licenze e adesso rischia la chiusura

Il clamoroso pronunciamento del Consiglio di Stato conferma l’annullamento dei provvedimenti approvati a suo tempo per la realizzazione dei 20 mila metri quadrati del centro commerciale


Mario Bertoldi


BOLZANO. La variante urbanistica e le successive licenze rilasciate per la realizzazione dei 20 mila metri quadrati che ancora oggi costituiscono il centro commerciali Twenty di via Galilei sono state annullate in via definitiva dal Consiglio di Stato.

La clamorosa sentenza pone una serie di pesanti interrogativi sulla futura attività del polo commerciale, a suo tempo definito di interesse provinciale. La sentenza del Consiglio di Stato, di per sé inappellabile, ha respinto due ricorsi presentati dalla Podini Holding Spa e dalla Twentyone srl contro il pronunciamento di primo grado del Tar di Bolzano che già aveva rilevato l'irregolarità dell'iter urbanistico seguito per l'apertura del centro commerciale.

Ad avviare il contenzioso era stato un altro colosso della grande distribuzione e cioè la Aspiag Service srl che sino ad oggi si è sempre vista respingere tutte le istanze per la realizzazione di un nuovo megastore nella zona adiacente l'attuale Interspar. Ma lo scontro tra colossi sta coinvolgendo anche l'imprenditore Pietro Tosolini (con Iniziative Methab srl) che ha avviato un nuovo procedimento autonomo davanti al Tar con udienza a fine mese.

Nel frattempo, però, il Consiglio di Stato ha confermato in via definitiva le sentenze di primo grado del Tar (la numero 157 del 2019 e la numero 104 del 2021) impugnate anche dalla Provincia autonoma di Bolzano che difendeva le scelte fatte a livello di variante urbanistica della zona prescelta.

Come detto già il Tar aveva disposto l'annullamento della variante e delle relative licenze ma il centro commerciale aveva potuto comunque rimanere attivo per effetto della sospensiva accordata in sede di appello. Ora lo scudo della sospensiva non c'è più in quanto è definitivamente caduto a seguito della sentenza di merito di secondo grado.

I giudici hanno anche annullato una delibera con cui la Provincia, il giorno precedente la discussione del ricorso, aveva inteso confermare gli indirizzi contenuti nella precedente variante urbanistica che diede il via, come primo atto, alla realizzazione del progetto. Lo stesso Consiglio di Stato rileva in sentenza che in relazione al progetto avrebbe dovuto essere realizzata una gara ad evidenza pubblica con una valutazione di tutti i criteri che avrebbero dovuto essere predeterminati.

In effetti la variante urbanistica, ora annullata in via definitiva, individuò il sito ove avrebbe potuto sorgere l'unico centro commerciale di rilevanza provinciale ma senza una gara pubblica che potrebbe a questo punto essere decisa anche ora ed in breve tempo. La Provincia si era costituita in appoggio al gruppo Podini (sostenendo la regolarità dell'iter seguito nella scelta dell'area e della conseguente variazione urbanistica) mentre il Comune di Bolzano e Iniziative Methab srl (gruppo Tosolini) hanno preferito stare alla finestra.

All'epoca la concessione edilizia venne rilasciata dall'allora sindaco Luigi Spagnolli (ora neo senatore) che uscì a testa alta e completamente scagionato dal processo avviato in sede penale per presunto abuso d'ufficio. Laconico ieri il commento dell'imprenditore Giovanni Podini. «Abbiamo fatto tutto quello che si doveva fare - ha detto- e abbiamo regalato alla città un ponte costato 4,8 milioni di euro ed ora ci dicono che è tutto illegittimo. Non ho parole».













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