Natale

Il vescovo Muser: un Natale per ritrovare il senso di comunità

«Questo Natale nel secondo anno di pandemia può aiutarci a ripensare le nostre convinzioni e abitudini, a riconoscere ciò di cui possiamo fare a meno. Questo Natale può aiutarci a ritrovare la nostra comunità, a riscoprire tutto ciò che ci unisce e che è stato compromesso dalla crisi»



BOLZANO. Condizionata per il secondo anno dalle misure di prevenzione anti-Covid e dal contingentamento dei posti, si è celebrata nel duomo di Bolzano la Santa Messa di Natale presieduta dal vescovo Ivo Muser. Nella sua omelia il presule ha ribaltato la prospettiva di chi dice: dobbiamo salvare il Natale.

«No, è il Natale che salva noi! Soprattutto questo Natale, ancora nella pandemia, può fa emergere con chiarezza cosa ci salva», ha detto Muser. E ha specificato che «non è certamente la mentalità volta a raggiungere un costante ‘di più’ nel nostro modo di vivere, nelle nostre abitudini consumistiche, nelle nostre pretese. Il cambio di prospettiva del Natale è diverso: Dio non è diventato ‘più’, ma si è fatto ‘meno’».

Proprio questo diventare umano per noi, ha continuato il vescovo, «ci salva: se lo vogliamo e lo permettiamo. Dobbiamo cercare Dio dove c’è bisogno di umanità, e lo troviamo nelle persone che sono in crisi sul piano materiale e finanziario, sul piano spirituale, fisicamente e psicologicamente. Lo troviamo nella quotidianità del nostro lavoro, negli ospedali e nelle case di riposo, nelle zone di crisi e di guerra, nelle realtà che non guardiamo volentieri».

Con i fedeli riuniti per la celebrazione trilingue monsignor Muser ha poi riflettuto su cosa sia il coronavirus: «Un incubo che speriamo sia finito e dimenticato al più presto, così che tutto torni come prima? Oppure, alla luce del mistero del Natale, è qualcosa di più: un invito a fermarsi, a cambiare prospettiva, a non continuare semplicemente come se niente fosse? Abbiamo ancora bisogno del Salvatore che celebriamo a Natale, o ci aspettiamo la salvezza dal nostro sforzo per ottenere sempre di più?».

Questo secondo Natale con il virus, ha osservato il vescovo, «può aiutarci a ripensare le nostre convinzioni e abitudini e anche a riconoscere tutto ciò di cui possiamo fare a meno. Questo Natale può aiutarci a ritrovare la nostra comunità, a riscoprire ciò che ci unisce e che è stato compromesso dalla crisi: nelle nostre relazioni interpersonali, al di là di ogni classe sociale, nonostante le diverse posizioni in politica e nella società. Dobbiamo sforzarci di capire cosa muove le persone, specialmente quelle che si lasciano influenzare dalla paura e dalla sfiducia».

Da qui la via d’uscita indicata da Ivo Muser: «Abbiamo bisogno di una nuova coesione, di solidarietà e umanità. Senza fiducia non c'è speranza e non c'è futuro».













Altre notizie

Attualità