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In autunno circa 150mila trentini ancora senza vaccinazione: «Il virus così può riprendere forza»

La Provincia lancia un appello rivolto soprattutto agli over 50: «Non possiamo permetterci di ripetere la situazione dell’anno scorso con gli ospedali sotto pressione e i decessi». Al via la campagna comunicativa ma si punta anche sul passaparola fra chi è già stato vaccinato



TRENTO. «In Trentino gli over 60 che non si sono ancora vaccinati sono circa 20mila mentre dai 50 anni in su ne contiamo altri 20mila, numeri importanti che potrebbero riattivare il virus in autunno. Se poi li sommiamo ai 50mila trentini che dai 0 ai 12 anni non verranno vaccinati e alla percentuale di quelli che dai 12 ai 50 anni non si vaccineranno, si arriva ad avere un bacino di circa 150mila persone prive della vaccinazione; ciò potrebbe rimettere in moto la pandemia dopo l’estate con le conseguenze che abbiamo già visto l’anno scorso in termini di posti letto ospedalieri occupati e pressione sulle strutture sanitarie». L’appello della Provincia, lanciato dal presidente Maurizio Fugatti e dal dirigente del Dipartimento prevenzione Antonio Ferro, è rivolto ai trentini che ancora non si sono vaccinati ed è diretto soprattutto agli over 50, ovvero ai soggetti maggiormente a rischio in caso di contagio. Perché se adesso la situazione epidemiologica è buona, e questo si traduce nelle minori restrizioni e maggiori libertà, il rischio che in autunno il virus (che non è scomparso, è bene ricordare) torni a marciare è assolutamente concreto.

«Tutto dipenderà dalla situazione che si troverà a fronteggiare il virus», è stato spiegato: se troverà molte persone non ancora vaccinate, avrà terreno fertile per riprendere il proprio cammino. «Ecco perché lanciamo un appello a chi è già stato vaccinato di farsi promotore e portavoce di questa esigenza, affinché si inneschi un passaparola virtuoso», ha sottolineato Ferro.

Il presidente Fugatti, invece, ha annunciato una campagna comunicativa ad hoc che prenderà il via nelle prossime settimane: «Vogliamo cercare di convincere i trentini over 50 a vaccinarsi e a farlo presto, nei mesi di luglio e agosto, per arrivare preparati all’autunno affinché non si tornino a vedere le scene dell’anno scorso, con l’impennata di contagi, le ospedalizzazioni e i decessi». In tal senso, ha spiegato ancora Ferro, si proverà ad anticipare la somministrazione delle seconde dosi, «che fornisce adeguata protezione anche per le varianti, a incominciare dalla delta, secondo gli studi scientifici più recenti». 

Nell’incontro è stato anche toccato il tema degli operatori sanitari – in primis medici e infermieri – ancora privi di vaccinazione: in Trentino sono circa mille e avranno tempo il mese di luglio per rispondere all’appello dell’Azienda sanitaria, dopodiché scatteranno i provvedimenti di sospensione come prevede la norma, e come è successo in Alto Adige, è stato spiegato dal dirigente del Dipartimento Prevenzione. 

Altra questione quella della vaccinazione offerta ai turisti: la giunta provinciale ha deciso di consentire agli ospiti, provenienti da tutte le regioni italiane, che rimarranno in Trentino più di 14 giorni, la possibilità di sottoporsi alla seconda dose durante il periodo delle vacanze. 













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