l’inchiesta

Indagine sugli scaldacollo per il Covid, Widmann scagionato

Archiviata l’indagine per turbativa d’asta a carico dell’ex assessore alla sanità per l’acquisto di 300mila dispositivi da distribuire alla popolazione



BOLZANO. L'ex assessore provinciale alla Sanità Thomas Widmann (Svp) è stato prosciolto nell'indagine per turbativa d'asta relativa all'acquisto, da parte della Provincia, di 300mila scaldacollo da distribuire alla popolazione come presunta misura anti-Covid.

L'acquisto, nella primavera del 2020 durante la prima fase della pandemia, comportò una spesa di 465mila euro più Iva, ed avvenne senza indire alcuna gara.

Il fornitore degli scaldacollo era un'azienda altoatesina, la Texmarket di Christoph Widmann, cugino dell’ex assessore. Widmann ha da subito respinto le accuse di nepotismo rimbalzate anche sulla cronaca nazionale: «I contatti sono avvenuti tramite Assoimprenditori, che ha sottoposto all’attenzione del direttore generale dell’Azienda sanitaria Florian Zerzer i nomi dei produttori che avrebbero potuto aiutarci ad alleviare la grave carenza di mascherine. Il mio unico interesse è che la popolazione possa accedere ai dispositivi di protezione», spiegava nel 2020.

Ora comunque l'indagine a carico di Thomas Widmann è stata archiviata, in quanto non sono emersi comportamenti illegittimi da parte dell'ex assessore. 













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