IL CONTENZIOSO

Indennità da restituire, in arrivo centinaia di diffide

Si muovono i dipendenti di Provincia, Asl e Comune perché non vengano bloccate le somme pagate in base al contratto anche a chi non svolge più attività dirigenziale



BOLZANO. In arrivo in Provincia, Comuni e Asl centinaia di diffide, affinché non venga bloccato il pagamento delle indennità di dirigenza a chi ha cessato di svolgere i relativi incarichi; e non si proceda al recupero degli arretrati. «È l’indicazione - spiega Thomas Mathà, segretario del Dirap, sindacato dei dirigenti provinciali che in poche settimane è passato da 350 a 450 iscritti - che abbiamo dato a chi si è rivolto a noi. Nelle diffide si chiede inoltre il rispetto del contratto in vigore».

Sono circa un migliaio i dipendenti ed ex dipendenti coinvolti; di cui 600-800 dell’amministrazione provinciale e 250 della sanità. Da recuperare ci sono circa 10 milioni. La Provincia - ha ribadito più volte il presidente Arno Kompatscher - è costretta ad avviare un procedimento per riscuotere da ogni funzionario quelle indennità versate in maniera “illegittima”dal 2009 ad oggi. Più cauta l’Asl che nella delibera della direzione la mette solo come possibilità quella di chiedere il conguaglio delle maggiori somme corrisposte.

Ciò che è certo al momento è che le indennità dirigenziali, previste dal contratto e bocciate dalla Corte costituzionale, non vengono più pagate a chi non svolga i relativi incarichi: c’è chi perde poche decine di euro al mese e chi invece ne perde alcune migliaia. 













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