Coronavirus

Istituto Sanità: in Alto Adige la situazione migliora, ma ancora troppi contagi

L’indice Rt medio a livello nazionale scende a 0,97: “Bisogna continuare con misure restrittive”



ROMA. Si osserva una "diminuzione del rischio di una epidemia non controllata è non gestibile nel Paese dovuta principalmente ad una diminuzione della probabilità di trasmissione di SARS-CoV-2 ma in un contesto in cui l'impatto sui servizi assistenziali rimane alto nella maggior parte delle Regioni e Province autonome". Lo si legge nella bozza di monitoraggio Istituto superiore di sanità-ministero della salute.

C’è anche un paragrafo dedicato all’Alto Adige: «Si continua a osservare, nonostante il miglioramento, un valore elevato di incidenza nella settimana di monitoraggio (11/1-17/1) nella Provincia Autonoma di Bolzano (309,54 per 100.000) - aggiunge -. L'incidenza su tutto il territorio è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull'intero territorio nazionale dell'identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate».

La bozza dell’Istituto superiore della sanità

Nel periodo 30 dicembre 2020 - 12 gennaio 2021, l'indice di trasmissibilità Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,97 (range 0,85-1,11), in diminuzione dopo cinque settimane di crescita.

Complessivamente, sono quattro le Regioni con una classificazione di rischio alto (vs 11 la settimana precedente); 11 con rischio moderato (di cui cinque ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e sei con rischio basso. Due Regioni (Sicilia e Puglia) hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2. Le altre hanno un Rt puntuale compatibili con uno scenario tipo uno.

Sono 12 le Regioni che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (stesso numero della settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale, invece, è sceso sotto la soglia critica (30%).

L'epidemia resta in una fase delicata, si legge nella bozza del monitoraggio, ed un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale.

Tale tendenza a livello nazionale sottende infatti forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all'elevata incidenza impongono comunque incisive misure restrittive.













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Valeria Frangipane

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