L’analisi

L’allarme della Cgil: “In Alto Adige sempre più precari, il 16% delle famiglie con un reddito sotto la soglia di povertà”

Lo ha detto Christine Pichler: “Il ritorno dei voucher produrrà ancora lavoro senza prospettiva e diritti e rappresenta un duro colpo alla lotta contro la precarietà”



BOLZANO. "In Alto Adige il tasso di disoccupazione è tra i più bassi d'Italia, ma aumenta l'occupazione precaria". Lo ha detto la coordinatrice di Nidil/Cgil Christine Pichler, riconfermata alla guida della categoria che si occupa dei lavoratori con contratti precari, durante il congresso tenutasi a Bolzano. Il lavoro povero è stato il focus del quinto congresso provinciale di Nidil/Cgil.

Nella sua relazione Pichler ha rimarcato come in Alto Adige siano soprattutto donne, persone in età avanzata, lavoratori migranti e famiglie monoreddito a dover fare i conti con entrate insufficienti. A livello locale - ha sottolineato la coordinatrice - le lavoratrici e lavoratori precari subiscono poi in modo maggiore le pesanti conseguenze dell'inflazione, arrivata all'11,5%. Pichler ha ricordato poi che in Alto Adige il 16% dei nuclei familiari percepisce un reddito inferiore alla soglia della povertà, pur avendo una persona in famiglia che lavora.

"Nei luoghi di lavoro oggi sono presenti appalti, esternalizzazioni e cessioni di ramo d'azienda, che dividono il lavoro e i lavoratori, rendendoli più deboli e ricattabili. La precarietà è diventato un dato strutturale, caratteristico del nostro tempo, al quale opponiamo resistenza cercando dei rimedi quasi sempre di tipo parziale e difensivi", ha proseguito.

Quella degli atipici, secondo la coordinatrice, è, infatti, una realtà trasversale a tutti i settori e comprende la somministrazione, la collaborazione coordinata e continuativa, il lavoro a chiamata, il lavoro autonomo occasionale e con partita Iva. Secondo Pichler, il ritorno dei voucher produrrà ancora lavoro senza prospettiva e diritti e rappresenta un duro colpo alla lotta contro la precarietà.













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