La Caritas dice addio alla raccolta di abiti usati: valgono poco e costa troppo smaltirli
Il servizio era attivo da oltre mezzo secolo. Mairhofer: «L'entrata in vigore di un nuovo regolamento Ue a inizio anno ci ha costretti a prendere una decisione drastica e definitiva»
BOLZANO. Dopo oltre mezzo secolo, la Caritas dell'Alto Adige interrompe definitivamente la raccolta di abiti usati. Il servizio, attivo dal 1974, veniva svolto attraverso contenitori distribuiti sul territorio e durante le raccolte in autunno, ma ora chiude per motivi economici, normativi e logistici.
"Le ragioni sono molteplici - spiega la direttrice della Caritas, Beatrix Mairhofer - Purtroppo il mercato è cambiato radicalmente: gli abiti usati hanno perso molto valore e ce ne sono quantità sempre maggiori che devono essere smaltite a caro prezzo. Questo ci ha già spinto negli ultimi anni a sospendere la grande raccolta. Ma l'entrata in vigore di un nuovo regolamento Ue a inizio anno, ci ha costretti a prendere una decisione più drastica e definitiva".
Secondo questo regolamento, anche i tessuti danneggiati non possono più essere smaltiti nei rifiuti indifferenziati, ma devono essere riciclati dai gestori pubblici. In concreto, ciò significa che i Comuni devono raccogliere separatamente non solo carta, vetro, plastica, ed altro, ma anche tutti i tipi di tessili.
"Per poter continuare a offrire questo servizio, dovremmo, solo per coprire queste spese, addebitare dei costi ai Comuni e, quindi, ai contribuenti - aggiunge Mairhofer - Ma non siamo un'azienda di smaltimento rifiuti e non vogliamo diventarlo. Il nostro compito è un altro. Quindi, con grande rammarico, abbiamo preso la decisione di interrompere completamente la raccolta di abiti usati".
Entro la fine del 2025, il ritiro avverrà in tutti i Comuni dell'Alto Adige. Dal 1974, la raccolta ha permesso di recuperare tra 1.000 e 2.500 tonnellate di tessili all'anno, generando oltre 100.000 euro di donazioni annuali per finanziare servizi sociali offerti gratuitamente. La pandemia ha già segnato un drastico calo nei ricavi. "Quello che è importante è la solidarietà, che rimane, anche se le forme in cui si esprime cambiano", conclude Mairhofer, invitando a sostenere le attività della Caritas con donazioni mirate e impegno personale.