La dermatite bovina sbarca in Nord Italia: la preoccupazione travolge il Veneto
Verona è interessata sia per protezione che per sorveglianza, altre tre province (Padova, Vicenza e Rovigo), solo per sorveglianza. Dovesse confermarsi il trend, il rischio è la possibilità di una ricaduta sulla filiera casearia
VENEZIA. Forte preoccupazione tra gli allevatori veneti per l'epidemia di Dermatite nodulare contagiosa dei bovini (Lumpy Skin Disease), che dalla Sardegna si è spostata nel Nord Italia, colpendo un allevamento di bovini da carne a Porto Mantovano.
Il ministero della Salute ha definito zone di protezione e di sorveglianza, in cui ricadono quattro province venete: Verona, Padova, Vicenza e Rovigo. La provincia di Verona è interessata sia dalla zona di protezione che di sorveglianza, mentre parte di quelle di Vicenza, Padova e Rovigo rientrano nelle zone di sorveglianza.
"La situazione determinata dall'epizoozia di dermatite sta diventando allarmante - afferma Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova - specialmente nella zona ovest della Bassa Padovana. Le limitazioni già in atto per la movimentazione dei bovini stanno mettendo in ginocchio diverse aziende zootecniche, che si trovano nell'impossibilità di immettere animali in stalla. Se la situazione non migliorerà a breve, rischiamo il blocco completo delle attività di allevamento bovino nella zona".
"Il comparto lattiero-caseario sta vivendo giorni di grande tensione - spiega Giancarlo Zanon, rappresentante del settore di Confagricoltura Veneto -. Le restrizioni alla movimentazione del latte crudo e la necessità di destinare la produzione solo ad impianti in grado di garantire pastorizzazione o lunga stagionatura stanno riducendo la capacità produttiva delle nostre aziende.
Se la zona di protezione dovesse estendersi ad altre zone del Veneto, molti caseifici non riuscirebbero più a ritirare il latte, con ricadute pesanti su tutta la filiera. I prossimi giorni saranno cruciali: l'arrivo dei vaccini e l'avvio della campagna di immunizzazione di massa nelle zone di protezione e sorveglianza, se condotti con rapidità e capillarità, potranno spezzare la catena di trasmissione proprio mentre l'estate, favorevole agli insetti vettori, entra nel vivo", conclude.