Turismo

La stagione invernale sugli sci? Con il Green pass obbligatorio e una maggiore capienza sugli impianti

Gli imprenditori del settore sono concordi: «L’unico modo per salvare la nuova stagione. Nelle funivie serve aumentare dal 50% all’80% la presenza degli sciatori»


Stefan Wallisch


TRENTO. Il Green pass per salvare la stagione sciistica 2021/2022 e per evitare di perdere un altro inverno. Un nuovo “blackout” sarebbe infatti devastante per l'intero comparto.

La Valle d'Aosta anticipa tutti e va perciò verso l'obbligo del “lasciapassare” per sciatori e personale degli impianti a fune. È quanto emerso dalla riunione del gruppo di lavoro presieduto dagli assessori Luigi Bertschy e Jean-Pierre Guichardaz e composto da rappresentanti dell'associazione valdostana impianti a fune, maestri di sci, albergatori, guide alpine, Confcommercio e Camera di Commercio. La Valle d'Aosta, chiede altresì al governo il «superamento della logica del contingentamento nell'utilizzo degli impianti di risalita».

Sulla stessa linea anche l'Anef e gli impiantisti altoatesini che ieri si erano riuniti in assemblea a Bolzano. In una lettera al presidente della Conferenza delle Regioni e Province autonome, Massimiliano Fedriga, l'Anef si dice «assolutamente favorevole alle strategie fino ad oggi adottate per il completamento della campagna vaccinale e per la gestione degli accessi ai servizi da parte della popolazione (Green pass), ed intende allinearsi alle scelte che saranno da operate in futuro al fine di contenere la diffusione del contagio».

«In tale senso - ricorda l'associazione - negli ultimi mesi ci siamo attivati per stimolare l'adesione alla campagna vaccinale da parte di tutti i nostri dipendenti e per individuare soluzioni operative coerenti con le linee d'azione stabilite dalle norme».

L'Anef conferma quindi la disponibilità degli operatori funiviari italiani a rendere il Green pass sempre obbligatorio per l'accesso agli impianti di risalita.

Gli impiantisti spezzano una lancia per l'aumento al 80% della capienza delle funivie e cabinovie (ora 50%) che - sottolineano - «non comporta particolari rischi per gli utenti».

L'Anef evidenza anche «l'estrema necessità di garantire comunque l'apertura degli impianti e di evitare il ripetersi di quanto accaduto nel corso della stagione invernale 2020-2021».

Nei cinque paesi nei quali la stagione invernale 2020/2021 si è svolta in modo regolare e senza particolari limitazioni d'accesso ai comprensori sciistici, non si sarebbero rilevati «particolari effetti sulla propagazione del virus».

Il settore impiantistico per questo motivo chiede nella lettera a Fedriga di poter pianificare la prossima stagione invernale. I lavoratori stagionali - afferma l'Anef - «hanno bisogno di certezze in merito alla possibilità di lavorare e di sostenere così le loro famiglie».













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