Il processo

La tragedia del Garda: ai familiari di Greta e Umberto quasi 4 milioni di euro

Inziato il processo contro i due tedeschi accusati di omicidio colposo, naufragio e omissione di soccorso. In aula Patrick Kassen chiede scusa ai familiari



LAGO DI GARDA. L'assicurazione dei due tedeschi che lo scorso 19 giugno nelle acque del lago di Garda hanno travolto il gozzo sul quale erano fermi Umberto Garzarella e Greta Nedrotti, hanno risarcito anche la famiglia della ragazza, dopo averlo fatto con quello di Garzarella.

Il risarcimento per i familiari di Greta si aggira attorno ai 2 milioni e mezzo di euro, mentre per la famiglia Garzarella era stato attorno al milione e 300mila euro. La famiglia Nedrotti dovrebbe a questo punto ritirare la costituzione di parte civile nel processo che è iniziato oggi (10 novembre) a Brescia per Patrick Kassen e Christian Teismann, accusati di omicidio colposo, naufragio e omissione di soccorso.

Per la prima udienza del processo sull'incidente nautico dell'estate scorsa in cui nel bresciano, sul lago di Garda, sono morti Umberto Garzarella, e Greta Nedrotti, è presente un solo imputato, Patrick Kassen, 52 anni. Kassen è ancora ai domiciliari dopo essersi assunto la responsabilità della guida al momento del tremendo impatto tra il Riva dei tedeschi e il gozzo dei giovani bresciani.

Il Comune di Saló e la Comunità Montana del Garda si sono costituiti parte civile nel processo nei confronti dei due tedeschi che lo scorso 19 giugno nelle acque del lago di Garda hanno provocato con la loro barca un incidente in cui sono morti i giovani Umberto Garzarella e Greta Nedrotti. Dopo il risarcimento la famiglia Trotti ha ritirato la costituzione di parte civile. I genitori di Greta sono in aula con un mazzo di rose bianche in ricordo della figlia. In aula ci sono decine di amici delle giovani vittime.

Dopo la costituzione di parte civile dei due enti locali - il Comune di Saló e la Comunità Montana del Garda - il processo per la morte di Greta Nedrotti e Umberto Garzarella è stato aggiornato dal tribunale di Brescia al prossimo 16 dicembre per sentire i primi testimoni.

A fine udienza Patrick Kassen si è avvicinato ai familiari delle due vittime: «Chiedo scusa, accetto la critica. Volevamo già dal primo giorno venire a dire qualcosa a voi familiari e scrivere una lettera ma ci è stato detto che il momento non era giusto. Certo che ho un'anima. Non dormo da mesi. Eravamo tanto insicuri in quella situazione» ha detto, accompagnato dalla moglie.













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