La polemica

A Laives è scontro sugli aiuti all’Ucraina 

L’iniziativa che ha visto coinvolte anche le scuole di Laives scatena il botta e risposta fra sindaco e genitori. Nell’elenco dei materiali da raccogliere compaiono anche quadricotteri, binocoli e radio per sostenere le truppe militari



LAIVES. Dire che la solidarietà per il popolo ucraino si stia un po’ affievolendo rispetto a qualche settimana fa, quando si era nel pieno dello sgomento per lo scoppio della guerra, è forse esagerato. Ma qualche distinguo lo si comincia a registrare, anche in Alto Adige. E non tanto nei confronti delle sofferenze del popolo ucraino, quanto nel coinvolgimento, seppur indiretto, dell’Italia nel conflitto bellico, a fianco dell’Ucraina.

A Laives è esplosa una polemica che riguarda l’iniziativa di raccolta degli aiuti che è stata promossa dal Comune assieme all’Associazione Cristiano Culturale “Soniashnyck” e che ha coinvolto anche l’istituto comprensivo, quindi le scuole comunali. Alcuni genitori, come avevamo avuto modo di raccontare qualche giorno fa su queste colonne, non hanno apprezzato il fatto che nella lista degli aiuti da raccogliere e donare alla popolazione ucraina fossero compresi anche materiali esplicitamente destinati ai soldati, come quadricotteri, walkie talkie e binocoli.

La polemica è finita sui social scatenata da un post pubblicato dal sindaco Christian Bianchi in cui elogia la scuola di San Giacomo per l’impegno profuso nella raccolta degli aiuti per il popolo ucraino, iniziativa culminata in una piccola cerimonia alla partenza del materiale raccolto (anche di questo avevamo dato notizia nei giorni scorsi).

«L’avete letta bene la locandina diffusa nelle scuole di Laives - uno dei commenti al post di Bianchi -? Riporta la dicitura “per sostegno alle truppe militari”». La locandina - uguale ad altre adoperate in vari Comuni - in realtà riporta la dicitura completa “per sostegno delle truppe militari/protezione civile/punti di accoglienza”; tanto è bastato, però, a dare il via alla polemica: «Tra i beni di prima necessità vengono richiesti quadricotteri: cosa ci devono fare con i droni? Ci fanno svagare i bambini nei sotterranei?». Secca la risposta di Bianchi: «Posso garantire che a San Giacomo non sono state raccolte armi, bombe, missili, dinamite, ma tante cose utili per famiglie e bambini; poi, si può fare polemica su tutto».

Alcuni genitori hanno scelto di non ricorrere ai social ma di chiedere direttamente all’amministrazione delle risposte su alcuni interrogativi che riguardano le modalità dell’iniziativa di solidarietà. Interrogativi inviati anche alla nostra redazione: «Vogliamo risposte più chiare sulla natura della raccolta, stiamo sostenendo un’associazione che a sua volta sostiene truppe militari?».

E ancora: «La questione attuale è molto più complessa di come ce la presentano e come cittadini italiani ripudiamo questa modalità comunicativa. Tutti i popoli che fuggono da una guerra sono da sostenere. Perché tanto clamore solo per gli ucraini?». E infine, l’accusa rivolta all’amministrazione comunale (sindaco e assessora) di non prestare ascolto a chi ha opinioni diverse dalla loro.













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Valeria Frangipane

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