Affondo di Galateo «Gravina ha usato FdI: si dimetta»

Laives. Intervistato, il consigliere comunale eletto tra le fila di Fratelli d’Italia con 41 preferenze Maurizio Gravina l’altro giorno rispondeva che l’espulsione dal partito a seguito del suo voto...



Laives. Intervistato, il consigliere comunale eletto tra le fila di Fratelli d’Italia con 41 preferenze Maurizio Gravina l’altro giorno rispondeva che l’espulsione dal partito a seguito del suo voto favorevole a una giunta comprendente la Svp era «il prezzo da pagare per la coerenza verso l’elettorato». Dura la replica di Marco Galateo, portavoce provinciale di FdI, che di Gravina chiede le dimissioni dal consiglio comunale. «Maurizio Gravina – dichiara – è fuori da Fratelli d’Italia per incoerenza con gli impegni presi con gli elettori. Ha usato il partito dei patrioti solo per farsi eleggere, per poi svendere se stesso e la comunità alla Svp. L’ex poliziotto ha tradito l’elettorato e sta rubando il posto a una patriota coerente (Jessica Barra, terza della lista con 37 preferenze, ndr). Ora si deve dimettere».

Galateo riprende: «Alle amministrative il centrodestra si è presentato unito per volontà del candidato sindaco unitario Christian Bianchi e di tutte le forze politiche coi loro candidati, che hanno sottoscritto un programma. Quella coalizione e quel programma erano evidentemente alternativi agli altri, anche a quello della Svp che pure usciva da cinque anni di governo con il centrodestra. È stata lei a tentare di accaparrarsi la poltrona del sindaco, decidendo di competere come alternativa sia a Bianchi sia a Luca Bertolini. Il nostro programma era chiaro fin dall’inizio a candidati ed elettori: proseguire il lavoro svolto con Bianchi. Nel programma elettorale di coalizione non c’era nemmeno una menzione a eventuali accordi con la Svp. Bianchi ha autonomamente voluto allargare la maggioranza alla sconfitta Stella Alpina, sebbene non fosse necessario e in tanti altri Comuni si sia coraggiosamente deciso per la strada dell’alternanza di governo».

«Dopo le offese di impresentabilità rivolte a FdI (e quindi anche a Gravina) dagli esponenti della Svp – prosegue – FdI si è riunita a livello provinciale e comunale riportando la linea dettata da Roma: mai al governo con chi insulta il nostro elettorato. Dalla sezione di Laives era uscita una posizione maggioritaria di votare no alla fiducia alla giunta Bianchi-Seppi, in coerenza con quanto promesso agli elettori. Posizione poi mitigata in una riunione di partito cittadino nella scelta dell’astensione, dettagliatamente spiegata in consiglio da Luigi Cantoro. Il partito si sarebbe astenuto, dichiarando totale sostegno a sindaco e programma di coalizione e contestualmente attenta attività di controllo sull’operato in giunta della sconfitta Svp. Gravina ha scelto invece di dichiarare ossequiosa fedeltà alla Svp di Achammer e Seppi, senza peraltro nemmeno conoscere il contenuto dell’accordo di maggioranza, accontentandosi della promessa di un posto in giunta nella comunità comprensoriale. Questa scelta ha generato sconforto nell’elettorato e tra i candidati di lista suoi colleghi in campagna elettorale. Coi suoi pochi voti, insufficienti per l’elezione in altre liste, l’ex poliziotto di Pineta ha usato il partito di destra come autobus per il consiglio comunale, tradendo la fiducia dei suoi colleghi, dirigenti e soprattutto elettori: se non si dimette, ruba ora un posto in consiglio ai patrioti di FdI che hanno scelto di barrare quel simbolo soprattutto per la coerenza che dimostra in tutti i livelli in cui opera».













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