Covid, Kiker torna a casa dopo 50 giorni di calvario 

L’artista locale. Ugo Bolzoni, 71 anni, è rimasto per quasi due mesi tra la vita e la morte La famiglia in festa. Molto stimato, realizza originali sculture con materiali di recupero


Bruno Canali


Laives. Dopo cinquanta giorni di ospedale, prima a Bressanone e poi a Bolzano, l’altro giorno è potuto finalmente tornare a casa Ugo Bolzoni, 71 anni, meglio noto come “Kiker” per le sue creazioni artistiche realizzate assemblando in maniera speciale vecchi pezzi di legno e di metallo e altri materiali. È stato anche lui una delle vittime colpite duramente dal coronavirus, che lo ha costretto per quasi due mesi in un letto d’ospedale. Però non ha perso il suo proverbiale buonumore e la sua verve ironica: «Mi sono giocato il jolly – dice ridendo – ma per fortuna è andata bene anche questa volta». Quanto al momento in cui possa essersi infettato, ci sono solo ipotesi.

Giovedì ad accoglierlo c’era un piccolo comitato festoso, con moglie, figlie, generi e nipoti e un grande lenzuolo esposto sul poggiolo della casa che si trova di fronte al vecchio municipio di Laives a dargli il benvenuto. Da vecchio alpino paracadutista, che continua a mantenersi attivo fisicamente, Ugo Bolzoni ha recuperato rapidamente la forma e già nel pomeriggio ha voluto dare un’occhiata all’orto dietro casa per verificare che tutto fosse a posto e che i suoi familiari lo avessero curato durante la sua assenza. Anche per i medici che lo hanno curato dall’infezione, un contributo alla guarigione è arrivato grazie alla sua forma eccellente, nonostante l’età cominci a farsi sentire.

Nella veste di “Kiker”, Ugo Bolzoni ha all’attivo diverse mostre in svariate località. Celebri sono specialmente i presepi che realizza sempre con la sua particolare tecnica nella cantina di casa. Anno dopo anno è lui che, normalmente, contribuisce a creare quello nella chiesa di Laives, e una sua grande opera fa bella mostra di sé nel giroscale all’ingresso del municipio. Di se stesso dice che «di mestiere ho sempre fatto l’elettricista, ma la mia grande passione è il recupero con la successiva lavorazione di vecchi legni tarlati e segnati dal tempo, che vado raccogliendo man mano nella cantina di casa. Qualche amico li chiama “sculture”».

È il frutto di un’abilità manuale innata e della fantasia grazie alla quale Bolzoni “vede” in ogni vecchio pezzo di legno abbandonato la forma di qualche creazione da sviluppare intarsiandolo alla perfezione, pezzo dopo pezzo, secondo un disegno prestabilito. Sicuramente, fra tutte, la brutta avventura che ha passato rimarrà come il ricordo di un tempo sospeso, l’ennesima prova che è riuscito a superare.















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