LAIVES

Famiglie sul piede di guerra, 34 bambini fuori dal nido

Un gruppo di madri scrive a Bianchi, Deeg, Achammer, Vettorato e Gullotta. «Con la nuova legge provinciale molti non riescono a iscrivere i figli alle scuole dell’infanzia»


Bruno Canali


LAIVES. Martedì si aprono le iscrizioni dei bambini alla scuola per l’infanzia, ma per 34 famiglie residenti a Laives ancora non ci sono prospettive per quel che riguarda l’accoglienza dei loro figli nelle strutture locali per carenza di posti a disposizione. Per questo i genitori avevano anche scritto al sindaco, agli assessori provinciali Waltraud Deeg e Philipp Achammer, al vicepresidente della giunta provinciale Giuliano Vettorato e al sovrintendente Vincenzo Gullotta vista la gravosa situazione organizzativa per le famiglie, chiedendo soluzioni.

«Siamo a due giorni dall’inizio delle iscrizioni – dicono le madri dei bambini – e ancora non abbiamo ricevuto una risposta chiara. Dal 2018 in poi il numero di bambini in lista di attesa al nido di Laives è in costante crescita, poiché la nostra città ha conosciuto un forte sviluppo urbanistico, con molte nuove famiglie e di conseguenza molti bambini in più. L’asilo nido comunale ha 60 posti. Ci sono poi la microstruttura di San Giacomo, recentemente ampliata a 29 posti, e un servizio di Tagesmutter. Con l’introduzione della nuova legge provinciale che regolamenta le iscrizioni alla scuola dell’infanzia, però, le cose sono molto cambiate: l’impossibilità di molti bambini di essere iscritti e conseguentemente la loro permanenza nelle strutture 0-3 anni crea l’impossibilità per le famiglie di trovare posto per i loro bimbi più piccoli. Per assurdo questa legge comporta anche che nelle scuole dell’infanzia ci siano molti meno iscritti, con il rischio di perdere sezioni».

A Laives i bimbi nati fra il 31 gennaio e il 28 febbraio del 2018 sono 34, e quasi certamente non troveranno posto in nessuna struttura, poiché sono tutte già occupate. «Oggi al nido sono iscritti 13 bambini che con la vecchia legge si sarebbero spostati alla scuola materna e che invece dovranno restare alla scuola dell’infanzia, con probabili ricadute sulla loro crescita educativa. Viste tutte queste particolarità – continua la lettera inviata a tutti i responsabili provinciali della scuola – ci sentiamo in dovere di chiedere una deroga alla legge provinciale, permettendo l’iscrizione con gli stessi criteri fino ad oggi in vigore, almeno per il prossimo anno scolastico, monitorando poi la situazione negli anni successivi. Pensiamo che sia giusto andare incontro alle esigenze delle famiglie, che quasi sempre sono costrette a lavorare per potersi pagare la casa e i costi della vita, e che senza questo servizio si troverebbero irrimediabilmente in forte difficoltà». Ad oggi, la risposta a questa richiesta – dicono le mamme – non è ancora arrivata.













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