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L’applauso di 250 bambini per salutare la vecchia scuola 

La festa a S.Giacomo. Alunni italiani e tedeschi assieme in cortile per congedarsi da un edificio a cui erano legati  La promessa dell’assessora Furlani: «Qualcuno di voi avrà modo di entrare nella nuova scuola, appena sarà pronta»



LAIVES. L’applauso di 250 bambini, italiani e tedeschi, riuniti nel cortile scolastico di San Giacomo, l'altra mattina ha dato l’ultimo saluto alla vecchia scuola. Dalla prossima settimana inizierà infatti l’operazione spettacolare del suo abbattimento, primo atto verso la costruzione di una nuova, moderna e più funzionale, scuola elementare per San Giacomo, una scuola che, come ha sottolineato la dirigente del plesso italiano, Emanuela Scicchitano, presente assieme alla collega dirigente della scuola tedesca Veronika Fink, sarà dotata anche di spazi in comune fra le due scuole, una “novità” da salutare positivamente.

Al saluto hanno preso parte anche il sindaco Christian Bianchi e l’assessora alla scuola, Claudia Furlani. Entrambi hanno accennato ai piccoli alunni il significato dell’importante progetto che darà alla popolosa frazione di San Giacomo una nuova zona scolastica «e sicuramente qualcuno di voi bambini – ha detto Claudia Furlani – avrà anche modo di entrare nella nuova scuola una volta pronta».

Il colpo d’occhio del cortile gremito di bambini è stato emozionante, accompagnato anche dai disegni della “scuola che vorrei”, sulle note degli studenti della media che hanno proposto l’intermezzo musicale. Dalla prossima settimana inizierà la demolizione del vecchio complesso come ha spiegato il sindaco: «Lunedì la scuola rimarrà chiusa per consentire il trasloco delle ultime cose dalle vecchie classi, nei container pronti in uno spazio a poca distanza dalla zona scolastica (è il parcheggio dietro la palestra). Subito dopo potrà iniziare la demolizione degli edifici scolastici senza interferire con le attività didattiche». Già eliminata anche l’ex palestra scolastica, al posto della quale è stato allestito un parcheggio sterrato, che bisognerà asfaltare perché altrimenti, con la pioggia – come si è visto – diventa un pantano.

 













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