Il caso

Laives, dopo 19 anni chiude il Centro giovani No Logo 

Tagliati i contributi da Comune e Provincia per la violazione delle norme anti-Covid. Lo sfogo sui social di un educatore. Bianchi e Vettorato: «Ai ragazzi le regole vanno insegnate»


Massimiliano Bona


LAIVES. Comune e Provincia hanno sospeso i contributi al Centro giovani No Logo di Laives. La polizia locale ha contestato, infatti, in due occasioni ai responsabili del Centro il mancato rispetto delle norme anti-Covid. Dal 30 giugno i locali dovranno essere liberati e il Comune provvederà a destinarli ad altri.

Un vero peccato perché fino a qualche anno fa - per ammissione degli stessi laivesotti - l’associazione no profit era apprezzata da parecchi ragazzi con le rispettive famiglie.

Un educatore: «Senza lavoro da un giorno all’altro».

Nelle scorse ore c’è stato uno sfogo in rete di un educatore. «Sto pensando che dopo 19 anni di Centro Giovanile No Logo, è un piccolo lutto non poter più incontrare tutte le persone con le quali ho intrapreso percorsi, in quel luogo. Mi ritirerò per un po’, nell’altro mio Luogo, casa, con i miei affetti. (...). E grazie a chi lavorando, sostiene persone della comunità che perdono il lavoro, praticamente per me da un giorno all’altro, con i contributi che paga attraverso le tasse. Io l’ho fatto per tanti anni, ora ne vivo il sostegno».

Il sindaco Bianchi: «Centro chiuso dagli stessi educatori».

Sulla vicenda ha preso posizione anche il sindaco Christian Bianchi: «Il Centro non è stato chiuso né dal Comune né dalla Provincia. A seguito di un controllo fatto dai nostri vigili, a tutti i Centri giovani di Laives, l’unico non a norma era il No Logo. Sono state formalizzate delle sanzioni, e da quel giorno hanno deciso di chiudere al pubblico, anche se alcune attività venivano fatte a porte chiuse, cosa che per legge non si poteva fare, e che ha generato ulteriori sanzioni.

Ricordo che il Centro No Logo svolge le proprie attività sulla base di una concessione pubblica, e con contributi pubblici di Comune e Provincia.

Vogliono fare gli educatori dei nostri giovani? Bene, allora si parta con la regola base della nostra società, che è quella del rispetto delle leggi. Fino ad alcuni anni fa il No Logo era apprezzato, poi qualcosa è oggettivamente cambiato. Oggi non è più così e non dipende certo dalla volontà degli enti pubblici».

L’assessore provinciale: «Le regole vanno rispettate».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore provinciale Giuliano Vettorato. «Preso atto delle contestazioni per il mancato rispetto delle regole anti Covid la Provincia - come il Comune del resto - ha deciso di sospendere il contributo. Chi si rapporta ai giovani dovrebbe innanzitutto insegnare loro a rispettare le regole. Possono piacere o meno ma si rispettano».













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