Laives

Ospitava 60 migranti, il Centro di accoglienza demolito con le ruspe: ora è un parcheggio

Il Cas in zona industriale ha ospitato dal 2017 al 2020 i richiedenti asilo. Poi la Provincia ha preferito distruggerlo per liberare il piazzale. In piena emergenza senzatetto, molti si chiedono perché 



LAIVES. La cronaca di questo periodo riporta di attualità, in maniera drammatica, la necessità di allestire un numero adeguato di centri di accoglienza per senzatetto costretti a dormire al freddo. A proposito, a in molti a Laives ricordano il “Cas” che era stato allestito in via Nobel, zona industriale a sud della città di Laives.

Era il 2017 e, in piena emergenza migranti, la Provincia aveva deciso di allestire un centro di accoglienza anche a Laives, in collaborazione con “Volontarius”. La sede venne individuata in zona industriale sud, in un edificio inutilizzato che all’epoca era della cassa edile che lì teneva corsi vari. Vi furono importanti (e costosi) lavori di riadattamento dell’edificio, per realizzare una moderna cucina, sala riunioni (dove l’allora assessora Martha Stocker aveva tenuto lezioni di lingua tedesca per gli ospiti) scala esterna di sicurezza e locali vari.

Nel piazzale davanti a questo centro, fu anche montato un grande prefabbricato dove i migranti – una settantina inizialmente – avevano le stanze per dormire. In un angolo dello stesso cortile, grazie alla disponibilità di Heinrich Abraham, esperto di piante “alimurgiche” ( in materia ha anche pubblicato alcuni libri) era stato allestito dai migranti stessi un piccolo orto. Il tutto è durato tre anni circa perché, a mano amano, i migranti ospitati avevano trovato un impiego e un domicilio autonomo. Così, nel 2020 il Cas di Laives era stato chiuso; l’edificio appare nuovamente abbandonato e di lì a qualche tempo, il prefabbricato in legno era stato completamente distrutto dalle ruspe. Oggi, magari, queste strutture avrebbero potuto essere nuovamente utilizzate per accogliere nuove persone e invece si è preferito (almeno per quanto ha riguardato il prefabbricato) distruggerlo per liberare il piazzale che attualmente viene adibito a parcheggio. Difficile capire anche perché il prefabbricato sia stato distrutto completamente, con quello che sarà costato, specialmente adesso che l’emergenza ritorna di stringente attualità.

Nel 2017, l’arrivo della sessantina di migranti in zona industriale a Laives era stato preceduto da dubbi e timori, visto ad esempio ciò che succedeva negli spazi attorno alla stazione ferroviaria di Bolzano. Col passare del tempo però, il clima fra la comunità e a livello politico comunale erano completamente cambiati, tanto da far dire al sindaco Bianchi, tre anni più tardi, quando il Cas era stato chiuso, che “aveva funzionato perfettamente, anche grazie alla fissazione preventiva di regole precise e al fatto che le aziende locali avevano assunto gran parte dei migranti, senza alcun problema e, a differenza di altre realtà, nel Cas di Laives i migranti non erano “parcheggiati”».

 













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Valeria Frangipane

Attualità