Scuola, italiani e tedeschi a braccetto in Bassa Atesina
Le serate con le famiglie. La dirigente Raffaella Lago e la collega Monika Ploner hanno incontrato assieme i genitori «Illustrate le proposte per asilo e primaria. Qui maestre radicate sul territorio e prezioso contributo da sport e associazioni»
SALORNO/EGNA. Ci sono realtà scolastiche altoatesine che, al di là del gruppo linguistico, lavorano in sintonia. E sanno rapportarsi alle famiglie assieme, nel modo corretto. È il caso della Bassa Atesina, come spiega la dirigente dell’Istituto comprensivo Raffaella Lago. «Quest’anno, per la prima volta, io e la collega Monika Ploner, abbiamo illustrato assieme la proposta formativa per la scuola dell’infanzia e per la primaria. Non c’è concorrenza, ma una buona intesa. E i genitori hanno apprezzato».
In Bassa, è bene sottolinearlo, sul bilinguismo i ragazzi sono più avanti. Non trova?
Sì, ci sono più famiglie mistilingui ma i ragazzi parlano la seconda lingua anche al di fuori della scuola grazie allo sport e alle associazioni. E questo significa molto: lo vediamo anche nei test pratici.
Gli alunni con background migratorio in Bassa Atesina sono molti in percentuale?
La media è del 35 per cento ma ci sono picchi tra il 40 e il 50% a Salorno, ad esempio. La nostra attenzione principale, più che alla provenienza dei ragazzi, è rivolta all’inclusione.
Ma tutti i bambini sono portati per l’apprendimento delle lingue?
No, dipende da studente a studente. E serve anche il contributo delle famiglie a casa. In assoluto i bambini bravi e predisposti si trovano bene ovunque. Come ha spiegato bene la collega bolzanina Sabine Giunta la scuola ha bisogno soprattutto di serenità e risorse. Anche per investire nel plurilinguismo.
Nella scuola italiana si assiste al ritorno di bimbi che hanno fatto fatica i primi anni in quella tedesca?
Si, succede. Ma è preferibile che ciò avvenga entro i primi due anni perché altrimenti il reinserimento rischia di essere ancora più faticoso. Molti cambiano nel passaggio tra elementari e medie per evitare traumi.
I bimbi di origine straniera in Bassa sono più o meno portati per le lingue rispetto agli italiani?
Dipende. I pakistani, ad esempio, sono a loro agio con l’inglese, che parlano anche a casa. E questo è importante anche per la loro integrazione.
Cosa può fare la differenza nell’insegnamento delle lingue?
Uno dei vantaggi è il radicamento delle maestre al territorio, che per noi rappresenta un plusvalore. Oltre al fatto che i ragazzi parlano il tedesco in cortile o mentre praticano calcio o hockey. Più occasioni di confronto ci sono e più facilmente si imparano le lingue.