Sequestrato cibo per cani scaduto
L’operazione. Supera i 350 kg il quantitativo di merce eliminata dagli scaffali dal Nas di Trento e fatto distruggere dal Servizio veterinario Trovate dai carabinieri nello stesso negozio di via Kennedy anche 20 scatolette con etichette non conformi alla normativa in vigore
Laives. Supera i 350 chili la quantità di cibo per animali scaduto trovata dai carabinieri del Nas da “Simba - Il re della crocchetta”, negozio che si occupa della vendita di alimenti per gli amici a quattro zampe: distrutte, pertanto, le 170 scatolette con data di scadenza ormai superata e le 20 con etichette non conformi alle norme di legge. Non possono più costituire una fonte di rischio per la salute dei cani, né di preoccupazione per i loro padroni.
Alimenti scaduti.
Il rinvenimento di Laives si inserisce in un quadro più ampio di controlli che i carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità (Nas) di Trento stanno portando avanti su tutto il territorio provinciale insieme ai colleghi di Bolzano. Unico tra i negozi ispezionati a dare risultato “positivo”, per così dire, proprio quello tra via Kennedy e via Crispi.
Di rilievo il bilancio dell’operazione: 170 scatolette di cibo per cani scaduto, venti con etichette non conformi alla normativa unica europea, il regolamento CE 767/2009, che stabilisce l’obbligo di fornire la composizione analitica (cioè la tabella con le quantità di proteine, grassi, fibra e ceneri) e la lista degli ingredienti. Al pari di chi somministra e vende alimenti per il pubblico, gli esercenti dei negozi per animali sono obbligati a rispettare le norme di conservazione ed etichettatura per i mangimi e per alimenti dedicati agli animali da compagnia. Il comma 4 dell’articolo 12 del regolamento sancisce che «gli operatori del settore dei mangimi responsabili delle attività di vendita al dettaglio o di distribuzione non riguardanti l’etichettatura devono agire con la debita attenzione per contribuire a garantire la conformità ai requisiti di etichettatura del prodotto, in particolare evitando di fornire prodotti di cui essi sanno o avrebbero dovuto presumere, sulla base delle informazioni in loro possesso e in quanto operatori professionali, la non conformità a tali prescrizioni». La quantità di cibo contenuta nelle confezioni trovate supera i 350 chili, quantitativo subito sottratto al mercato attraverso il sequestro della merce – col verbale firmato anche dalla proprietaria dell’attività.
La sanzione per la negoziante.
Raggiunta al telefono per una replica, la proprietaria del negozio smentisce categoricamente il sequestro. Ma se le scatolette non fossero state esposte sugli scaffali, bensì accantonate come di consueto in caso di merce scaduta e quindi da smaltire, non ci sarebbe stato alcun provvedimento da parte dell’autorità sanitaria. La proprietaria è stata segnalata al Servizio veterinario di Bolzano, l’autorità preposta alle sanzioni in questo ambito.
Il valore dei prodotti ritirati dal mercato ammonta a circa 2 mila euro, cifra andata perduta con l’operazione dei carabinieri.