Max Leitner, una lunga serie di rapine e cinque rocambolesche evasioni
Condanne per 28 anni di carcere. Nel 2019 diceva: "Non mi pento di nulla ma ai giovani dico di non seguirmi perché il destino è segnato”
BOLZANO. Cinque rocambolesche evasioni, una lunga serie di rapine - «non posso dire quante» - condanne complessive per 28 anni di carcere, circa 200 carceri visitate, in tutta Italia e anche all’estero, nemmeno un colpo sparato e una persona uccisa o ferita nel corso degli assalti.
Fossimo negli Stati Uniti, un film sulla vita di Max Leitner, 63 anni, è stato arrestato di nuovo, la notte scorsa (17 settembre) a Bolzano.
«Sì, mi sento Robin Hood e anche il re delle evasioni, ma mi sento anche un eroe. Per fare certe cose ci vogliono gli attributi e io ho dimostrato di averli. Ho fatto molte rapine senza mai sparare a nessuno, non ho mai ferito o ucciso e ho preso di mira solo banche. Mai le persone. Anzi, devo dire che di persone ne ho aiutate tante. E ho sempre pagato in prima persona", aveva dichiarato in un’intervista all’Alto Adige alla vigilia della stampa della sua biografia, nel 2019.
"Nel carcere di Rabat, in Marocco, sono stato picchiato e torturato, ma non ho mai rinunciato per un solo istante alla mia dignità. Non ho nulla da nascondere, non mi pento di nulla di quanto ho fatto nella mia vita, non ho mai collaborato e, proprio per questo, non ho mai beneficiato di sconti di pena. C’è gente che ha ammazzato e s’è fatta solo qualche mese dietro le sbarre. Non io».
Ma aveva anche aggiunto: «È vero, non mi pento. Ma ai ragazzi dico di non intraprendere questo cammino perché pochi uomini riescono a resistere e il destino è segnato. Assaltare furgoni blindati e banche non conviene perché la giustizia arriva sempre, attraverso le forze dell’ordine, i servizi segreti. E il carcere non serve a nulla».
E la giustizia è di nuovo arrivata ad arrestarlo. Una scena ripetuta più volte nella sua vita.
“Ho una figlia che vive in Irlanda, con un’ex moglie. Sono un uomo con problemi di salute e agli arresti domiciliari, vivo in una struttura ricettiva a Siusi. Il futuro? Prima manderemo in stampa il libro, poi ci sarà il film. Nessuno o può prevedere cosa accadrà e lo sa solo il Signore, in cui credo profondamente. Per quello che mi riguarda continuerò a combattere, ma in maniera diversa», aveva detto nell’intervista.